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Miss Marx

Regia di Susanna Nicchiarelli vedi scheda film

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La recensione su Miss Marx

di port cros
5 stelle

 

77ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2020) – In Concorso

 

Un personaggio certamente sconosciuto ai più è la figlia minore di Karl Marx, Eleanor, nata durante l'esilio inglese del padre e continuatrice della sua opera, scelta dalla regista Susanna Nicchiarelli per il suo biopic dal taglio femminista, interpretato nel ruolo del titolo da Romola Garai.

 

Una vita condotta da una parte nell'inevitabile ombra dell'illustre genitore: il film inizia significativamente nel 1883 con l'orazione funebre di Eleanor al funerale di Karl ove la ragazza ricorda, più che il filosofo materialista, la storia d'amore con la mamma Jenny; dall'altra parte un esempio del desiderio di emancipazione e di lotta per il miglioramento della condizione femminile. Il biopic – eccessivamente lungo – si concentra sul privato di Eleanor quanto e forse più che sul ruolo pubblico di libellista, traduttrice e militante socialista. Se la vediamo col padre nei flashback della sua infanzia in cui gli teneva compagnia nel suo studio assorbendone la cultura, centrale nella vita adulta è la convivenza more uxorio con il drammaturgo socialista Edward Aveling. L'uomo, finanziariamente sconsiderato, era sposato ad una donna che non voleva concedergli il divorzio, e deluderà Eleanor in maniera micidiale quando, rimasto infine vedovo, convolerà a seconde nozze con una giovane attrice invece di regolarizzare la compagna di una vita, ingannando però anche la seconda moglie, sposata utilizzando il nom de plume. Questa sofferenza amorosa sarà l'occasione per la prevedibile tirata femminista di Eleanor, che paragona la situazione da sempre vissuta dalla donne all'oppressione della classe operaia denunciata nelle opere paterne.

 

Romola Garai

Miss Marx (2020): Romola Garai

 

Il film è un ritratto di signora di fattura abbastanza tradizionale nella ricostruzione storica minuziosa ed accurata dell'Inghilterra vittoriana, con qualche sporadico guizzo di anti-convenzionalità: in un'occasione Eleanor rompe la quarta parete per spiegarci la lotta di classe in Inghilterra, in un'altra sequenza il film ci fa credere che la donna contesti il compagno e il padre per averle tarpato le ali e fatta vivere nella loro ombra e invece stava recitando Casa di bambola di Ibsen. Eppure la Nicchiarelli ci tiene ad attualizzare la protagonista, ricollegata alla modernità attraverso i temi del femminismo (afferma la regista: “questo film parla di temi talmente moderni da essere ancora oggi, oltre un secolo dopo, rivoluzionari”) ed una colonna sonora punk-rock di cover di brani anni 70-80, tra cui solo l'Internazionale appartiene, nella versione originale, all'epoca della protagonista (si scade nel trash quando Eleanor prova la prima volta l'oppio e si scatena al ritmo del punk-rock).

 

Un progetto interessante ed ambizioso, la cui realizzazione tuttavia, seppur curata nella confezione e ben recitata, sinceramente non mi ha entusiasmato.

 

 

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