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Terapia e pallottole

Regia di Harold Ramis vedi scheda film

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La recensione su Terapia e pallottole

di Eric Draven
7 stelle

 

Ebbene oggi voglio recensire Terapia e pallottole, strepitosa commedia scanzonata che, come attestato da Metascore, ha tutt’ora un lodevole 61% di apprezzamenti, votazione piuttosto alta per un genere di film di questo tipo. Ma non me ne stupisco, essendo stata diretta dal bravissimo, compianto Harold Ramis (il mitico Dr. Egon Spengler di Ghostbusters, autore del capolavoro Ricomincio da capo).

Sì, Terapia e pallottole (Analyze This), film uscito nelle nostre sale il 21 Maggio del 1999. Della durata di un’ora e quarantatré minuti.

Sceneggiato dallo stesso Ramis assieme al futuro premio Oscar Kenneth Lonergan (Manchester by the Sea), da un soggetto originale di Peter Tolan.

 

Trama...

 

Paul Vitti (Robert De Niro) è un temutissimo capo di una delle più grosse cosche mafiose di New York. In perenne, acerrima rivalità col capo della Famiglia opposta, Primo Sidone (Chazz Palminteri).

Mentre Paul sta meditando un’atroce vendetta nei confronti di Sidone, viene colto da improvvisi, allarmanti attacchi di panico. Su suggerimento della sua pittoresca guardia del corpo, Jelly (Joe Viterelli), si rivolge allora a uno psicoterapeuta molto rinomato e stimato nell’ambiente di Manhattan, il dottor Ben Sobel (Billy Crystal). E si reca nel suo studio. Nonostante le sue forti, ignorantissime resistenze ideologiche, le sue pregiudiziali titubanze, il suo gretto background da macho tutto d’un pezzo che pensa di non soffrire di nessun problema, dopo qualche inevitabile, reciproco equivoco e alcune buffe scaramucce scaturite da questo strambo, inusuale incontro fra due persone agli antipodi, il boss e lo psicanalista, appunto, Paul Vitti è assolutamente soddisfatto della “cura” e assolda Sobel come strizzacervelli personale. Ricattandolo se si opporrà alla sua imperativa, dura richiesta.

Sobel pensa che si sia trattato quasi di uno scherzo ma Paul Vitti comincia a tormentarlo, rovinandogli le nozze con la sua bella (Lisa Kudrow).

Paul è intanto ricercato dall’FBI che è alle sue calcagna e Sidone gli sta alle costole.

Ma la situazione ingarbugliata, in questa brillantissima pochade sui generis, sarà risolta proprio dal colpo di genio di Sobel, in una sorta di mascherata finale eccezionale, in cui si esibirà in un esilarante grammelot d’applausi a scena aperta.

 

Satirico, leggerissimo, citazionistico con tanto di De Niro che si parodia da solo, prendendo in giro sia Marlon Brando de Il padrino che, dunque, sé stesso del capitolo secondo di Francis Ford Coppola, in un’azzeccatissima scimmiottatura del leggendario Vito Corleone e della sua celeberrima parlata, Terapia e pallottole è un riuscito cocktail gustoso fra le atmosfere ridicolizzate del Cinema di Scorsese e i dialoghi ficcanti, freudiani di Woody Allen.

Un film che presenta curiose e impressionanti analogie col precedente The Don’s Analyst con Robert Loggia, conosciuto da noi col titolo Sotto analisi.

Ma nessuno, a quanto pare, si è lamentato dei possibili plagi.

De Niro e Crystal sono in ottima forma. Il primo, volentieri sopra le righe, ironizza con classe e solita bravura carismatica sui suoi indimenticabili ruoli da gangster che, da Mean Streets a C’era una volta in America, dagli Intoccabili a Quei bravi ragazzi, l’hanno rese celebre, Crystal si dimostra ancora una volta uno dei migliori comedian statunitensi sulla piazza.

E infatti è il film attraverso il quale De Niro e Crystal sono diventati amici per la pelle.

Terapia e pallottole, come saprete, ha avuto un seguito, assai molto meno riuscito ed efficace, un po’ logoro e ripetitivo, Un boss sotto stress.

Ha incassato benissimo al botteghino ed è stato candidato a due Golden Globe come Best Motion Picture - Comedy or Musical e per l’interpretazione di De Niro, sconfitto dal Jim Carrey di Man on the Moon.

Musiche godibilissime di Howard Shore e fulminante apparizione di Tony Bennett, fotografia di Stuart Dryburgh (Lezioni di piano).

Prodotto e distribuito dalla Warner Bros in collaborazione con la Tribeca dello stesso De Niro.

 

 

di Stefano Falotico

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