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8mm. Delitto a luci rosse

Regia di Joel Schumacher vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 8mm. Delitto a luci rosse

di ethan
5 stelle

Nella cassaforte di un senatore viene ritrovata, tra le altre cose, una pellicola dove una ragazza viene uccisa dopo essere sottoposta ad atroci violenze e la vedova del politico incarica il detective Tom Welles (Nicolas Cage) di scoprire se trattasi appunto di finzione o realtà: il professionista, con sorprendente facilità, riesce ben presto a sciogliere i nodi dell'intricata matassa, risalendo a una banda di criminali che, sotto la copertura di attività nel mondo del cinema, attraggono ignare ragazze verso un'incubo vero e proprio.

'8mm' parte da uno spunto intrigante - il torbido mondo degli Snuff Movies, con i temi da un lato dell'intreccio tra realtà e finzione, molto meta-cinematografico, che viene a mio avviso colpevolmente lasciato in disparte, e dall'altro del cinema come fabbrica di illusioni di fama e ricchezza per dei giovani sprovveduti di cui vorrebbero farne parte, leggermente più sviluppato - ma lo script di Andrew Kevin Walker (sua l'ottima sceneggiatura di 'Se7en') preferisce optare per i sentieri più consolidati del thriller-poliziesco canonico, rimanendo alla superficie dell'intrigo e la regia di Joel Schumacher si adegua, filmando con buon senso di ritmo e tensione, che non vengono mai meno, ma con troppe scivolate verso soluzioni effettistiche di inusitata violenza e di forte impatto visivo, lasciando oltretutto colpevolmente a briglia troppo sciolta un incontenibile Nicolas Cage, che da private eye si trasforma in un implacabile vendicatore, subendo così una metamorfosi del suo personaggio che stupisce non poco.

Più riusciti invece gran parte degli altri personaggi: Joaquin Phoenix stravagante commesso (controvoglia) della videoteca hard che sognava tutt'altro avvenire per lui ma verrà coinvolto nell'intrigo, James Gandolfini ributtante produttore adescatore di giovani, Peter Stormare delirante regista di Snuff Dino Velvet, Christopher Bauer, l'attore dei film stessi, con il nome di Machine ('tristemente' tradotto in italiano con il termine Macina!), del quale si svelerà, alla fine, con un buon colpo di scena, la normalità del suo volto; stucchevole (non per colpa sua ma per come è delineato il personaggio) al contrario la presenza di Catherine Keener, fremente moglie dell'investigatore che appare infinite volte con il bimbo piccolo in braccio, per costruire un rassicurante quadretto familiare che stona non poco.

Nel complesso film dagli alti e bassi, che magari un regista come Brian De Palma avrebbe portato verso tutt'altri sentieri di ricerca e di conseguenza esiti.

Voto: 5,5.

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