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La cena

Regia di Ettore Scola vedi scheda film

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La recensione su La cena

di LorCio
7 stelle

Un altro capitolo della commedia umana di Ettore Scola. Questa volta l’attenzione è focalizzata su una trentina di personaggi raccolta nel ristorante capitolino “Arturo al Portico”: vediamo così la malinconica moglie del proprietario, Flora; un vecchio “Maestro” che ogni sera va a cenare lì; una madre frivola alle prese con la figlia aspirante suora; un filosofo esausto della giovane amante; un cuoco polemico e sbraitante; un vegliardo cameriere protettivo; uno più giovane che vorrebbe entrare nelle grazie di Flora; una misteriosa donna dal vestito azzurro; un padre e sua figlia che non si comprendono; un insoddisfatto col parrucchino; un ciarlatano; due teatranti che progettano uno spettacolo; una ragazza che chiama a rapporto i cinque amanti; due coppie più un commensale che discutono di politica; una comitiva di anziane signore; una famiglia giapponese che non fa altro che scattare foto; la nipote di Flora e i suoi amici che festeggiano il suo compleanno…

 

 

Scritto dal regista con la figlia Silvia assieme a Furio Scarpelli e al di lui figlio Giacomo, La cena appartiene ad un cinema del passato, fatto di volti e di situazioni, ma erede dell’oggi. È infatti percepibile nella messinscena una certa amarezza nel rappresentare una condizione sociale nella quale Scola, evidentemente, non riesce a collocarsi, nella quale avverte il proprio disagio nell’assistere alla fotografia di una media borghesia un po’ persa e presa solo da se stessa, disillusa di fronte allo scorrere del mondo (emblematica è la figura dell’insoddisfatto filosofo di Giannini). Racchiuso in un’unità temporale minima ma sufficiente per ottenere un ritratto pertinente, è tuttavia poco riuscito nella caratterizzazione dei personaggi, talora macchiette poco credibili. Ed è questo il limite de La cena: troppi personaggi che sono quasi costretti a lasciare un segno indelebile. Il difetto sta nella sceneggiatura, impegnata nel dare voce ad un cast polifonico, ma è la croce e la delizia dei film corali. L’eleganza di Scola nell'orchestrare la vicenda è comunque più che ammirabile, ed è da apprezzare la sua intelligenza nel non cadere mai nel becero qualunquismo e nella omologata mediocrità dei prodotti audiovisivi contemporanei.

 

 

Anche per chi ama Scola incondizionatamente La cena non del tutto risolto, dovuto più al contesto storico nel quale il film s’inserisce, così demoralizzante per l’autore. Il meglio lo dà nella direzione degli attori più che nel disegno dei personaggi: Scola ha a disposizione una selva di attori di tutto rispetto, tra i quali si distinguono per discernimento i mostri sacri Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli come madre godereccia e fragile, la Flora di Fanny Ardant (il magnifico trio de La famiglia) e Giancarlo Giannini come professore codardo e spiccano il vivace e rosso Eros Pagni in cucina, il vellutato Riccardo Garrone in sala e il vigoroso Adalberto Maria Merli che si scontra con Nello Mascia. Armando Trovajoli si ripete con innata classe.

 

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