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La congiura degli innocenti

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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La recensione su La congiura degli innocenti

di passo8mmridotto
7 stelle

Foresta del Vermont, autunno.

Un cadavere giace tra le foglie rosseggianti, cadute dagli alti fusti in pieno foliage.

Molte persone scoprono il povero Harry passato a miglior vita, e nel compiacersi della sua morte, ognuno di loro ne rivendica decisamente la paternità.

A cominciare da Albert Wiles (superbamente interpretato da Edmund Gwenn) detto "il capitano", marinaio in pensione, che dice di avere sparato accidentalmente un colpo di fucile; Jennifer Rogers (Shirley McLaine), moglie di Harry, sostiene di avere colpito sulla testa il marito con una bottiglia, il giorno prima; un ragazzino antipatico ma ragionatore, un pittore moderno e un medico miope si offrono per fare sparire il cadavere.

Spunta la diagnosi del dottore: sincope. Che non esclude l'effetto deleterio della fucilata e le due aggressioni.

Ad una prima analisi, il film di Hitchcock, uno dei meno noti del grande regista, è il meno Hitchcockiano del "mago del brivido", ed è il più Kafkiano possibile, basandosi sull'idea dell'assurdo, scaturita dall'homour  inglese fondato sul gusto del macabro, che riporta comunque in qualche modo al tocco Hitchcockiano.

Ma allora, perchè in America il film fu accolto con diffidenza, mentre in Francia, proprio con "La congiura degli innocenti" il regista acquistò fama e fiducia da parte del pubblico francese?

Forse perchè il film, tratto da un romanzo di James Trevor Story, non si discosta quasi dal testo che lo sceneggiatore Jhon Michael Hayes ha mantenuto fedele all'originale, aggiungendo soltanto il riferimento alla polizia, assente nel libro.

Oppure, il film è sembrato ai francesi più francese che americano, a causa della eccessiva linearità della vicenda, che di "giallo" ha ben poco: il cadavere del povero Harry non ha mai avuto per i congiurati alcun valore, l'importante è sbarazzarsene, poca importanza ha la morale del "buono" e del "cattivo", e la coscienza assume un ruolo di secondo piano.

Scomodate KafKa, allora, sembrerebbe eccessivo, eppure risulta indispensabile, per poter affermare che Hitchcock ha voluto deliberatamente creare un film dove mancano il fascino del mistero, la vertigine dell'ignoto e del pericolo.

Il film è talmente statico e privo di effetti speciali, che lo spettatore deve accontentarsi della visione degli enormi piedi del cadavere di Harry inquadrato di scorcio: tutto è basato sul dialogo, e i dialoghi dello sceneggiatore seguono fedelmente i dialoghi originali.

Forse, e questo è il film dei "forse", la filosofia Hitchcockiana  sta nel ragionamento del ragazzino, per il quale "Oggi è domani perchè ieri era oggi e domani sarà ieri".

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