Regia di Renato Castellani vedi scheda film
In due distinti incontri, a un anno di distanza, un ex ufficiale zarista racconta a uno scrittore le due parti della propria storia: prima si era battuto in duello con un amico per una rivalità amorosa e lo aveva risparmiato perché infastidito dalla sua indifferenza verso la vita; poi, tornato dalla ragazza contesa dopo aver saputo che era innamorata di lui, l’aveva trovata prossima al matrimonio con l’antico rivale. Facendo la tara a una confezione molto datata (leggi: recitazione leziosa ed enfatica), ciò che resta nell’opera di esordio di Castellani è in primo luogo un’ottima costruzione, con due lunghi flashback divisi da una cesura che lascia lo spettatore in sospeso; si fronteggiano due personaggi diversissimi tra loro (un uomo maturo terribilmente serio e un giovane che prende tutto come un gioco frivolo), si sfiora il dramma ma si arriva alla pacificazione grazie a una sorte prima beffarda e infine benevola. Nulla che faccia presagire il futuro autore neorealista, semmai siamo vicini a Soldati. La sceneggiatura modifica radicalmente il racconto omonimo di Puskin (lungo solo una ventina di pagine), dove fra l’altro ognuno dei due rivali racconta una delle due parti e il finale è diverso.
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