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Con Air

Regia di Simon West vedi scheda film

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Dom Cobb

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La recensione su Con Air

di Dom Cobb
7 stelle

Gli anni 90 - in special modo la seconda meta' del decennio - furono un periodo lavorativamente importante sia per il produttore Jerry Bruckheimer che per l'attore Nicolas Cage; Bruckheimer, infatti, produsse una serie di film di forte impatto presso il pubblico: in rapida successione si susseguirono Allarme Rosso del 1995, The Rock del 1996 (ultimo film prodotto assieme a Don  Simpson prima della sua scomparsa), Con Air del 1997, Nemico Pubblico del 1998. Bruckheimer, nel corso di quegli anni, era  forse uno dei produttori piu' contrattualmente 'forti' a Hollywood. La sua strada si incrocia con quella di Cage nel '96 con The Rock e, data la fortunata esperienza, si ripete l'anno successivo proprio con questo Con Air. Per Cage questi film si sono  dimostrati importanti: l'attore, difatti, muove i primi passi nei film di suo zio Francis Ford Coppola e, per tutti gli anni a seguire, si  specializza in commedie (Stress Da Vampiro, Puo' Succedere Anche a Te, per esempio); gia' nel '95 Cage mostra le sue doti vincendo l'Oscar con il film Via Da Las Vegas, ma saranno proprio i film prodotti da Bruckheimer a sdoganarlo presso il grande pubblico come eroe d'azione; ruolo da cui poi tendera' a non smarcarsi piu' inanellando, anzi, filmetti di genere a ritmo bulimico. In Con Air Cage e' un marine di ritorno a casa dalla Guerra del Golfo, ad attenderlo c'e' la giovane e carina moglie Monica Potter,  oltretutto in attesa del loro primo figlio. Cage non fa in tempo a ritornare che subito finisce nei guai: infatti uccide accidentalmente in una rissa un attaccabrighe che molestava la moglie. Ma la giustizia ottusa e cieca lo condanna ugualmente a otto anni di galera: ingiustizia e' fatta. Una volta scarcerato, viene imbarcato su di un volo per il trasporto dei detenuti (il Con Air del titolo, abbreviazione di Convicted Air), che pero' viene dirottato dai criminali trasportati. Ovviamente, tocchera' al nostro eroe sistemare le cose. Sono due gli elementi che rendono godibile il film: il primo e' il fatto di aver puntato molto su una forte dose di (auto)ironia, sia nei confronti del film stesso, sia nei confronti di un genere di cinema - quello d'azione - spesso di grande impatto spettacolare ma anche altrettanto spesso tronfio, se non smaccatamente retorico. Il cinema di Michael Bay, da questo punto di vista, ha sempre insegnato. Il secondo elemento a favore e' dato dal nutrito cast composto anche da nomi non subito identificabili con gli action movie: John Malkovich interpreta Cyrus Grissom, feroce ma molto intelligente criminale con una fedina penale lunga chilometri ed autentica mente organizzativa del piano di fuga; il suo braccio destro e' Ving Rhames, che interpreta il criminale Cane Mastino (il suo 'nome d'arte'), rozzo e rabbioso leader di un movimento nero che si rifarebbe alle Black Panther.
Il migliore tra i character 'cattivi' - ma anche dell'intero cast - e' di sicuro Steve Buscemi, il quale mette in scena il personaggio di Garlan Green, un killer seriale con forti influenze mutuate da Hannibal Lecter; bisogna notare che Buscemi, nel corso del film, non entra mai veramente in azione, non miete alcuna vittima, eppure il suo personaggio mette timore sapendo, per via della sua fama di assassino'malato', delle sue feroci potenzialita'. Il regista Simon West lo fa entrare in scena 'platealmente': circondato da agenti che lo estraggono da un cellulare blindato, completamente legato con una camicia di forza e con la 'classica' maschera proprio alla Hannibal The Cannibal. "Ma cos'e', un fantasma?" e' l'unico commento che riesce a fare Danny Trejo - nel film stupratore recidivo - nel vedere il personaggio di Buscemi cosi' scortato ed 'imbrigliato'. Buscemi e' bravissimo a dar vita a un personaggio implacabilmente ed irrealmente calmo ed impassibile; sono gustosi i passaggi in cui, parlando proprio con Cage, psicanalizza (lui, serial killer) i comportamenti degli altri criminali presenti a bordo dell'aereo o la 'demenza' dello stress della vita moderna.

"Sweet Home Alabama".

Alla stessa maniera e' gustoso lo 'scontro culturale' tra John  Cusack, poliziotto colto e che cerca di parlare forbito (per esempio quando usa l'aggettivo 'garrulo' per descrivere un detenuto) e Colm Meaney, chiassoso ed 'incazzoso' agente FBI che non sopporta l'aria da studente universitario di Cusack ed ha il culto per la propria Chevrolet Corvette d'epoca. Il protagonista Nicolas Cage mette in scena un eroe duro ma retto, 'esaltato' da un look con  canottiera alla 'Bruce Willis/John McLane' e dagli improbabili capelli lunghi in stile 'Renegade'. Bisogna dire che le acconciature con le quali Cage si presenta nei suoi film sono sempre state oggetto di prese per i fondelli sulla rete. Simon West, al suo primo film per il grande schermo, gira professionalmente un film che mantiene quello che promette: azione e dinamicita' costanti, nessun calo di ritmo o momenti di stasi.

Con Air si vede tutto d'un fiato, anche grazie alla presenza di scene d'azioni massiccie e spettacolari; tra tutte segnalerei lo scontro a fuoco, a meta' film, tra i carcerati e l'esercito nel cimitero degli aeroplani e (ovviamente) il finale che vede l'atterraggio dell'aereo C-123 lungo le strade di Las Vegas e il rovinoso schianto contro un casino' (quest'ultima sequenza girata dal 'vivo') ed il successivo inseguimento finale a bordo di un'autopompa dei vigili del fuoco. Ripeto, l'azione e' volutamente spettacolare ed eccessiva: il gia' citato inseguimento per le vie piene di neon, traffico e gente di Las Vegas e', a tratti, quasi 'psichedelico' e convulso; cosi' come appare volutemente grottesca la sequenza in cui Nicolas Cage recapita un messaggio a John Cusack   lanciando giu' dall'aereo un cadavere sulla citta' di Fresno.

Insomma, Con Air e' un film, nel suo genere, divertito e anche divertente; l'ultima sequenza e' dedicata nuovamente a Steve Buscemi che, sfuggito al disastro aereo e all'arresto, trova il tempo, serafico ed imperturbabile come sempre, di tentare la fortuna al tavolo verde di un casino'. Il tutto sulle note di 'Sweet Home Alabama' cantata da Ronnie Van Zant, cantante morto (ulteriore,
macabro vezzo ironico del film) in un incidente aereo.

Locandina italiana.

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