Regia di Stefano Mordini vedi scheda film
Poteva essere un buon thriller alla Hitchcock, se i produttori e gli autori non andavano incontro ai gusti del pubblico di Mission Impossibile. Occorreva, però, una scrittura dei dialoghi un po' più curata. Di Hitchcockiano c'è abbastanza per capire qual è la direzione presa, ma, la trama richiede degli approfondimenti ulteriori che non sciupano la curiosità di vedere come andrà a finire. Curiosità che fino, almeno, alla metà, si mantiene desta. La prima caduta avviene col particolare della frode bancaria la cui plausibilità solo in un film è possibile dare per scontata. Con Miriam Leone si poteva fare di più in termini di dark lady tipo La donna che visse due volte, oppure, Intrigo internazionale, in quanto personaggi raccontati in modo ambiguo. La stoffa c'era ma, forse avrebbe finito per oscurare l'allure di Scamarcio che a me non dice mai tanto, funzionale ma niente di che. La verità del suo personaggio non affiora con naturalezza, né s'imprime alla visione con la forza necessaria. C'è da dire, che la scrittura si è concentrata più sul meccanismo della trama che sulla costruzione dei personaggi. Per questo il film risulta cervellotico. Al di là di tutto, non si può dire che sia un prodotto scialbo come la maggior parte dei film italiani di questo genere. Il regista sa il suo mestiere. C'è anche un pizzico di critica sociale. Incrociamo le dita per futuri sviluppi del cinema italiano. Non bisogna esagerare con le trovate sceniche poiché denunciano l'artificiosità del racconto e lo spettatore resta deluso.
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