Regia di Yeh Ka-lun vedi scheda film
20 FEFF UDINE - FRESH WAVE
Premessa: Fresh Wave Short Films è un progetto che rientra in un festival, il Fresh Wave International Short Film Festival, fondato e presieduto nientemeno che da Johnnie To, e destinato, nei suoi dodici anni di vita, a mettere in risalto giovani talenti della scuola cinematografica di Hong Kong. I registi, che devono rientrare nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni, partecipano al festival tramite in bando di iscrizione pubblico, e se lo script ciene accolto, i film vengono realizzati e messi in competizione. Tra i 19 presenti in gara quest'anno, i tre migliori sono arrivati al FEFF con i loro autori, che la direzione del festival di Udine si augura di rivedere proprio al FEFF dei prossimi anni, con i relativi esordi nel lungometraggio.
IL FILM.
Un ragazzino che studia in un collegio distante dalla propria città di origine, torna a Hong Kong, a casa dalla mamma single, una cantante di un vecchio night club che vive solitaria nel suo anonimo appartemento. L'imbarazzo nel non riuscire ad intavolare un dialogo che sarebbe normale in qualsiasi altro rapporto naturale madre e figlio, lascia il posto a silenzi imbarazzati e a riflessioni private che inducono a lasciarsi andare ad una tristezza latente, quanto ben nascosta.
Quando una mamma più giovane chiede alla donna di accudirgli il figlioletto in una determinata circostanza, entrambi i familiari cercano spontaneamente di confrontare la propria incerta situazione che li coinvolge, con la naturalezza che traspare chiaramente solo a scrutare anche senza impegno l'atra coppia madre-figlio.
Bright spring days, del giovane sceneggiatore e regista appena laureato Yeh Ka-lun, si caratterizza per il pudore e il controllo in cui sentimenti anche drammatici che contraddistinguono un rapporto familiare irrisolto ed inconciliabile, vengono portati a galla, senza far sfoggio di situazioni o scene ricattatorie magari epidermicamente più attraenti e narrativamente più semplici da affrontare.
Il giovane cinesta punta sulle impercettibili inflessioni espressive dei visi, e sui dettagli introspettivi di una malinconia ben nascosta che madre e figlio tuttavia non evitano in fondo di tradire, tanto è forte l'imbarazzo, ma anche la vergogna, che fa sentire ognuno dei due indeguato e fuori posto. Ma anche la complicità tra i due ragazzi, distanti per età, molto meno per ruolo di figli, uno adorato in modo scontato e naturale, l'altro che si sente inadeguato e superfluo, è espressa con una intensità che lascia ben sperare su questo giovane promettente cineasta.
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