La recensione su Il Cardellino

di LucioLoLoryLore

8 stelle

Un bellissimo film, un dramma su tela con tinte di giallo, rosso e anche rosa. il racconto di uva vita deviata dall'infausto fato. Nessuno può apprezzarlo meglio di chi orfano di madre. Voto alto! 8½ anche 9 Seppur non centralissima, un'altra superlativa interpretazione dell'infinita Kidman, insostituibile e inarrivabile, in questi ruoli complessi.

Un bellissimo film, il racconto di una vita deviata dall'infausto fato.

Nessuno può apprezzarlo meglio di chi rimasto orfano di madre.

Qui una dolcissima mamma quale, al protagonista, rimastone separato nella maniera più tragica, sarà impossibile di riuscire a sostituirla.

Ci proverà: il destino le farà incontrare l"irreprensibile signora Barbour, che per lui diverrà più di un surrogato materno... sarà un faro nella notte della vita che gli si prospetta... un solido scoglio a cui aggrapparsi inizialmente, un approdo sicuro in futuro.

Oakes Fegley, Nicole Kidman, Boyd Gaines

Lei come la sua famiglia, che lo adotterà - mai legalmente, ma affettivamente si.

Ma la luce di un faro nella notte non può sostituire la luce dell'affetto materno di una mamma tenerissima.

Le poche scene con la donna, in visita casuale al museo insieme al figlio, descrivono un rapporto idilliaco; la donna è deliziosa, dolcissima mentre cerca di trasmettere la sua passione per l'arte, e per quel "cardellino" in particolare, al piccolo... così distratto dalla più preponderante dell'umana "distrazione" degli adulti, l'attrazione: accanto alla tenera coppia, ne staziona un'altra di sessi opposto, un padre con la figlioletta, tanto carina da attirare a sé come un magnete, l'altrimenti irremovibile ometto.

Il tempo di un pensiero, quello più dolce, il profondo, primo turbamento... e si scatenerà l'inferno.

Sordo silenzio, polvere e grigio (grigiume) a velare quella magnificenza che un attimo prima risplendeva dai magniloquenti dipinti.

Al risveglio, nella sala devastata, un enigmatico superstite, affida al ragazzino, proprio quel quadretto, "il cardellino" del titolo, che fin da subito subito richiama alla sua mente la madre; ancora non ha capito che lei non c'è più...

Lei era nella medesima sala dove è deflagrato l'ordigno.

Ora lui è solo al mondo.

Un suo compagno di scuola avvisa sua madre, la signora Barbour, che lo ospita a casa sua per qualche giorno.

Che divengono poi settimane.

Mesi.

La donna si affeziona pur cercando di resistere alla compassione che sente per quello sfortunato bambino. Lo sente sempre più il suo.

Questo è sicuramente dovuto al fatto che i suoi tre figli sono, a loro maniera, tre diverse delusioni: il maggiore, un adolescente ribelle ed insolente, violento; la figlia mezzana, una bizzosa viziata che vede nell'ospite un rivale nell'attenzione da dividere con la madre. E il minore, molto legato all'orfanello, non rispetta le ambiziose aspettative che la donna auspica per lui.

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La sicurezza che trasmette il personaggio della Kidman nel ruolo della buona samaritana, è stupefacente quanto esemplare; solo in sua compagnia, ora quel ragazzino, ora il giovane adulto che è riuscito a divenire, trovano un po' di pace e lenimento dalle psicosi che lo affliggono, così devastato com'è nell'anima.

Toccante il parallelismo finale estemporaneo, tra il bambino con la mamma e l'adulto con la madre putativa... ma tanto affezionata, mentre sono in visita nuovamente in quel museo, e parallelamente, il presente e il dolce momento passato, si sovrappongono.

Sta per sposare la figlia, per lui quasi una sorella... anche se in realtà è innamorato della ragazzina del museo: i due che hanno diviso lo stesso destino, resteranno affezionati per sempre.

Il mio museo fu una sala cinematografica.

Il mio "Cardellino" fu il film che proiettavano quella sera, "Excalibur" di Boorman.

La signora Barbour fu mia nonna.

Se ne andò presto anche lei, e allora rimasi davvero solo.

Cercai di attaccarmi a una donna, a quell'amica di mia madre mah... lei non era la sig.ra Barbour.

Affatto.

Piuttosto, è stata la "signora Robinson".

Ci furono gli amici... mi attaccai troppo anche a loro, alla famiglia di un'amica... un tempo preziosa, ora invece, rea del più grande tradimento...

Come il personaggio del film viene tradito dalla sorella putativa che stava per sposare, così sono stato tradito io.

Ma mentre noi continuiamo a fare finta di nulla, nel film, il protagonista si ribella, decide di lasciare la fidanzata infedele, e si rivolge alla ragazzina del museo, ora splendida ragazza.

Anche se la suddetta fidanzata lo metterà davanti al sentimento della madre (che è pure la sua madre adottiva) la quale vede di buon occhio la loro unione, al suo senso di colpa, al sentimento di affetto e al riconoscimento che prova per lei, insomma, praticamente un ricatto.

E Tim, così si chiama il ragazzo, schiacciato anche da questa delusione, si rifugia nella droga, un espediente adottato nel corso degli anni per quietare gli incubi che si porta dietro da quel giorno infausto... un refuso dell'adolescenza spesa in compagnia di un ragazzo di origine russa, uno sbandato... ora danaroso spacciatore su larga scala, con tanto di limousine e autista... ma che avrà il merito di... riportarlo sulle tracce di...