Regia di Bo Burnham vedi scheda film
Kayla sta per finire la terza media. Adolescente perennemente insicura e instabile emotivamente, si divide tra fantasie inarrivabili (arrivare ad Aiden, il ragazzino più bello della scuola, o diventare amica della ricca, spocchiosa e perfettina Kennedy) e una realtà ben più modesta, senza un’amica del cuore, orfana di madre e senza followers per i suoi tutorial online strambi e noiosi.
Classe 1990, lo youtuber (e musicista-comico di successo) americano Bo Burnham debutta dietro la macchina da presa con una sua sceneggiatura a 28 anni con questo Eight grade, correttamente sottotitolato Terza media in italiano. Nonostante l’autore sia noto per i suoi testi irriverenti, surreali e politicamente scorretti, in questo film non c’è nulla di tutto ciò: è in sostanza, infatti, il dramma psicologico di un’adolescente che sta per cambiare scuola, dalle medie alle superiori; la protagonista Kayla non si sente bella come le sue compagne, né all’altezza della loro compagnia, e rifugiarsi nel web non le porta alcun tipo di soddisfazione o ricompensa. Ciò di cui avrebbe bisogno è un’amica vera, magari un fidanzato, e soprattutto una madre, dato che con suo padre Mark, vedovo, quasi non c’è dialogo. Bene il cast, quasi interamente composto da attori giovani o giovanissimi con in testa la protagonista Elsie Fisher, già voce di Masha nella versione americana del cartone animato Masha e Orso e attrice di buona esperienza; tra gli altri, Emily Robinson, Luke Prael, Catherine Oliviere, Jake Ryan e, nel ruolo di Mark, Josh Hamilton. Per quanto la storia risulti nel complesso verosimile, in certi momenti (certi dialoghi un po’ facilotti, certe situazioni tirate via) qualcosa non funziona – e questo è un problema non di poco conto per un’opera tutta in levare, nella quale l’azione è sempre in secondo piano rispetto all’emozione. 4/10.
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