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Oh, mia bella matrigna

Regia di Guido Leoni vedi scheda film

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La recensione su Oh, mia bella matrigna

di mm40
2 stelle

Oh mia bella matrigna si ricorda come l'unica esperienza cinematografica di Sabina Ciuffini, volto televisivo proveniente dal Rischiatutto di Mike Bongiorno. Ma non è certo il volto, la parte del corpo che più interessa ai fratelli Leoni (Sandro e Guido), che scrivono questa storia più birichina che morbosa con l'intento, essenzialmente, di spogliare quanto più spesso possibile la protagonista. Il film arriva comunque in ritardo: sia perchè la Ciuffini è ormai personaggio consolidato nell'immaginario popolare catodico (non più semplice valletta, ma ormai presentatrice a sua volta), sia perchè la trama leggerina può ricordare alla lontana un mix fra Il postino suona sempre due volte, il romanzo di James M. Cain che racconta la classica storia di due amanti intenzionati ad eliminare il marito, e - si perdoni l'accostamento sacrilego - Grazie nonna, girato l'anno prima da Marino Girolami, in cui il tabù del sesso fra parenti stretti, sia pure acquisiti, veniva definitivamente sfatato. In ampio ritardo anche la colonna sonora di Renato Serio, che ricalca il tema di Un uomo da marciapiede (1969, cantato da Harry Nilsson) e non è neppure il primo a farlo: già ci aveva pensato Nando De Luca due anni prima per le musiche di Fischia il sesso (Gian Luigi Polidoro). Insomma: oltre ad un rimescolamento di buone intenzioni e mediocri risultati, di spunti potenzialmente interessanti che si trasformano in insignificanti scenette pruriginose, c'è anche da aggiungere alle colpe imputabili a questa pellicola la scarsa tempistica. Gianfranco De Angelis, co-protagonista, aveva già partecipato a qualche film di serie B ed otterrà di lì a poco qualche successo come cantante, finendo però scartato a Sanremo 1980, quello presentato da Benigni. Mezzo voto in più per il mestiere accettabile della confezione e altro mezzo per essere riusciti, con questo film, a denudare la Ciuffini: ben fatto. 2/10.

Sulla trama

Maturo professore di archeologia, rimasto vedovo, sposa una sua allieva; la ragazza però, in assenza dell'uomo, se la spassa col figlio, coetaneo di lei.

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