Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Damiano Damiani torna a cimentarsi per l'ennesima volta con un film di mafia, ma questa volta il risultato è davvero da dimenticare. Certo non aiutano le pessime scelte di casting, con l'improponibile coppia protagonista formata da Michael Paré e Jo Chiampa. VOTO: 2
Se nel mondo del cinema fosse mai esistito un premio all'attore più inespressivo, Michael Paré avrebbe fatto la fortuna dei falegnami, con tutte le mensole extra che avrebbe dovuto farsi fare nel corso degli anni per ospitarle quelle statuine. Questo è risaputo. E bene, nonostante ciò in questo “Il sole buio” la sua controparte femminile, l'italo-americana Jo Champa, recita talmente male che riesce a far passare Michael Paré per Laurence Olivier. Davvero guardare (il film) per credere! Damiano Damiani, regista e co-sceneggiatore (assieme a Ennio De Concini) de “Il sole buio”, rappresenta un po' l'epitome del cineasta capace ma che, fatto centro con un tema ben specifico, preferisce poi campare di rendita continuando a sfornare cose simili ma realizzate in maniera sempre meno inspirata (e sempre più abborracciate in stile 'buona la prima'). Nel caso di Damiani tale comfort zone creativa si chiama Mafia. Solo che se negli anni '60 aveva realizzato un gioiellino quale “Il giorno della civetta”, e negli anni '80 era sceso ai più prosaici, seppur dignitosi, “La piovra” e “Pizza Connection”, nel 1990 raschia il fondo del barile con questo dimenticabilissimo dramma sentimentale realizzato con la mano sinistra e interpretato, come già scritto in apertura, da una coppia improponibile che se non tocca gli abissi recitativi del celeberrimo duo Tomba-Hunziker (pure quello sdoganato peraltro da Damiani...), ci va comunque pericolosamente vicino. Altra curiosità legata al cast, Tony Sperandeo risulta ovviamente presente: trattandosi di un film di mafia non scritturarlo sarebbe stato quasi come girare un western senza cavalli.
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