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Worry Dolls

Regia di Padraig Reynolds vedi scheda film

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La recensione su Worry Dolls

di undying
4 stelle

Un titolo che spreca il potenziale nei primi dieci minuti, per poi adagiarsi nelle placide acque del "mare della consuetudine", luogo dove galleggiano film anonimi e dimenticati, per quanto allineati al piatto standard televisivo.

 

locandina

Worry Dolls (2016): locandina

 

Il poliziotto Matt (Christopher Wiehl) è sulle tracce di un killer seriale che si chiama Henry (Matty Ferraro), e lascia strani simboli tracciati con il sangue delle vittime sui luoghi dei delitti. Durante una ispezione, Matt sorprende Henry all'opera e si trova costretto ad ucciderlo per salvare una ragazza. Sul posto il poliziotto rinviene quattro ciondoli di legno, rinchiusi in una scatola. Matt sta vivendo una separazione dalla moglie Amy (Samantha Smith) ma è costretto a vederla per incontrare la piccola figlia Chloe. Ed è proprio la bambina che entra in possesso (recuperando il contenitore dalla macchina del padre) delle quattro statuette in legno, finendo per darle a conoscenti di famiglia. La collega Darcy (Kym Jackson) -sul luogo di un altro delitto ferocissimo compiuto da un conoscente di Matt- fa notare che l'omicida (freddato dalla polizia) ha tracciato sui muri gli stessi simboli di Henry. Il legame tra i killers sembra essere da ricercare nelle statuette, almeno stando alle esternazioni di una donna di colore (Tina Lifford) che si occupa di paranormale.

 

scena

Worry Dolls (2016): scena

 

Horror di taglio televisivo, interpretato nel ruolo principale, co-scritto e co-prodotto da Christopher Wiehl. L'incipit estremo e sanguinoso (con una punta girevole da trapano lunga oltre il metro, che attraversa per intero la testa di un poliziotto in macchina) non solo rimanda a Leatherface per l'uso di un attrezzo a motore trasformato -per necessità dell'assassino- in devastante strumento di morte, ma molto deve a Non aprite quella porta anche per via dell'inseguimento di una ragazza in fuga. Purtroppo in questi cinque minuti si consuma tutta la potenzialità del film perché poi, nel proseguimento, il prodotto lesina sia sul versante gore, sia sul ritmo e sulla storia, divenuta di semplice e prevedibile routine.

 

scena

Worry Dolls (2016): scena

 

Destino insolito, questo di un film senza senso, visto anche che il regista, Padraig Reynolds, è uno scrittore, saltuariamente prestato alla regia (la  sua ultima fatica ad oggi è il thriller Open 24 hours). Ad eccezione del già citato inizio, tutto si svolge nel più anonimo taglio televisivo, tanto che pare quasi di trovarsi di fronte ad un tardivo episodio di serial tipo Millennium o X-Files. Un peccato, perché il registro del film poteva mantenersi interessante giocando la carta dell'eccesso -ovviamente trattato non seriamente- mentre invece gli autori, vanno perdendosi in elucubrazioni poco chiare (bambole della preoccupazione? Chi ha capito il significato attribuito ai feticci dalla esperta interpretata da Tina Lifford batta un colpo). Dunque questo Worry dolls (circolato anche come The devil's dolls) resta un  prodotto incompiuto, adatto come materiale ad uso e consumo di un palinsesto notturno ed estivo.

 

locandina

Rites of Spring (2011): locandina

 

Curiosità 

L'opera d'esordio alla regia per Padraig Reynolds è Rites of spring,

un film realizzato nel 2011, proiettato al Ravenna Nightmare Filmfest (edizione 2012).

 

scena

Worry Dolls (2016): scena

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