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OcchioPinocchio

Regia di Francesco Nuti vedi scheda film

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La recensione su OcchioPinocchio

di Mister Pulp
8 stelle

Ho finalmente visto questo film ieri sera...e mi sono convinto ancora di più che oggi il critico è buono solo a scaldare la sedia!

TRAMA: Brando Della Valle (JOSS ACKLAND) è un anziano banchiere italo/americano, il quale, tramite il testamento dell'appena defunto fratello, scopre di avere un figlio nascosto dal suddetto fratello in un ospizio in Toscana; così Brando si reca in Italia e preleva il giovane (FRANCESCO NUTI), il quale si fa chiamare Pinocchio, dato che è rimasto con il cervello di un bambino; il padre lo riporta in America e lo ribattezza LEONARDO DELLA VALLE, ma Pinocchio, non adattandosi alla nobile vita del banchiere, decide di scappare e di intraprendere un viaggio on-the road con una fuggitiva, Lucy Light (CHIARA CASELLI);

RECENSIONE: Costato circa 25 miliardi di lire (MINCHIA! XD), tra vari litigi con il produttore Cecchi Gori e con la Caselli, Nuti è riuscito a portarlo in sala nel Natale del 1994, ma purtroppo il film fu bocciato dalla critica e dal pubblico (incassò appena 4 miliardi) e costò la carriera e la psiche dell'attore/regista; eppure, a distanza di anni, rivedendolo, alcuni hanno iniziato a rivalutarlo: io personalmente l'ho apprezzato particolarmente, dato che non è il classico filmetto italiano come tanti di questi ultimi tempi; spacciato per commedia, è in realtà un film sui generis, un mix tra commedia, drammatico, on-the road, fantasy e un pizzico di gotico: solo l'inizio del film sembra un mix tra Sergio Leone e Tim Burton, con movimenti di m.d.p. spettacolari...e già quei primi 20 minuti (senza Nuti protagonista) valgono la visione!
Nuti abbandona il suo repertorio "malincomico" per dare spazio ad un'introspezione di un adulto rimasto bambino perché al sicuro nel suo piccolo mondo, nonostante sia un emarginato (e uno schiavo) della società (occupandosi, appunto, di anziani in un ospizio), il quale intraprenderà un viaggio verso il confine...il confine della maturità, il confine che tutti prima o poi dobbiamo attraversare, perché prima o poi tutti dobbiamo crescere, tutti dobbiamo andare a lavorare, mantenere una famiglia...in fondo siamo tutti dei Pinocchi! Ma il film si interessa anche degli altri personaggi: di Lucy Light (rivisitazione della figura di Lucignolo ma in versione femminile), ragazza in fuga accusata di omicidio, la quale appunto è schiava di un sistema che la vuole morta, di un sistema che la sottomette alle proprie sevizie e cerca la libertà in quel confine al di là di un fiume...come lo stesso Pinocchio infondo; buona analisi anche per l'anziano banchiere, un uomo che non ha capito nulla della vita, un uomo che ha pensato sempre e solo agli affari e che vede in Pinocchio non un figlio, ma un continuo della sua ricchezza, della sua "vita"... un uomo viscido!
Gli attori sono tutti bravi: la Caselli si cimenta nel suo miglior ruolo, Ackland (era il cattivo de ARMA LETALE 2, per citarne uno) è davvero bravo, Nuti da il meglio di sé come regista, ma anche come attore se la cava...e come dimenticare la partecipazione di NOVELLO NOVELLI? ... Peccato sia relegato in un piccolissimo cameo!
Tecnicamente il film è fantastico: la cinepresa sta addosso a tutto (attori e non), abbiamo un utilizzo massiccio di steadycam, carrelli, dolly, cinepresa a mano, primi piani, fotografia incredibile...sembra un film hollywoodiano, ma invece è italiano!
La colonna sonora non è molto presente, ma fa il suo dovere; l'ironia è presente, ma poco (come scritto sopra, è un film sui generis), le scene on-the road sono notevoli...forse nella seconda parte ci sono delle imperfezioni, il ritmo cala un pò, ma non per questo diventa brutto, anzi; grazie al ritmo scorrevole del tutto (nonostante le due ore di durata), il film scorre via fino ad un inquietante finale (in realtà non è proprio questo, ma non voglio fare spoiler), con Pinocchio che guarda in un camino e dice "Pinocchio non c'è più", "Pinocchio non c'è più","Pinocchio non c'è più", "Pinocchio non c'è più","Pinocchio non c'è più"...quasi come se volesse dire "Nuti non c'è più": perché alla fine questo film è il suo testamento, la fine di un uomo che non vuole più far solo ridere, non è più quello che il suo pubblico voleva...è la fine di Nuti e il suddetto vuole essere ricordato per quello che è stato e che ha dato.

CONCLUSIONI: Film imperfetto, certo, ma non un obrorio come molti lo hanno definito: è un film controverso, diverso dai classici film italiani, una contaminazione di generi, citazioni e nuovi linguaggi cinematografici, struggente e riflessivo nella sua "imperfezione": un film da riscoprire, insomma.

Sulla colonna sonora

Notevole

Cosa cambierei

Qualche difetto della seconda parte

Su Francesco Nuti

Strepitosa

Su Francesco Nuti

Qui da il meglio di sé più come regista, ma come attore è ancora bravo

Su Chiara Caselli

Il suo miglior ruolo

Su Joss Ackland

Bravissimo

Su Victor Cavallo

Piccolissimo ruolo, ma non da cestinare

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