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Oggi a Roma, Diversamente giovane: 60 anni di cinema italiano con Giovanna Cau
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Dietro un grande uomo si cela sempre una grande donna. In questo caso, dietro il grande cinema italiano, si cela sempre una grande donna. Si può riassumere così l'essenza del documentario Diversamente giovane di Marco Spagnoli, presentato oggi Fuori Concorso per L'Altro Cinema alle 15 al Teatro Studio e incentrato sulla figura di Giovanna Cau, avvocato che ha curato gli interessi di personaggi del calibro di Federico Fellini, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, e nel cui studio in via Romagnosi a Roma sono passati anche Emanuele Crialese e Paolo Sorrentino. 60 anni di cinema italiano rivive nelle parole dell'avvocatessa che, a 88 anni, si racconta per la prima volta alle telecamere e si fa raccontare da clienti/amici come Carlo Lizzani, Jean Sorel, Ettore Scola e Paolo Virzì, in un ritratto che inevitabilmente ripercorre anche la storia del nostro Paese.

 

 

 

Una vita professionale che attraversa, in maniera attiva, più di sessanta anni di storia d’Italia e che di questo paese vuole essere in un certo senso testimonianza e specchio. Dall’essere una delle cinque donne avvocato che esercitavano a Roma nel 1956 fino all’avere collaborato attivamente al consolidamento e all’affermazione di uno degli Studi legali più importanti della Capitale, attivo in campo cinematografico, ma non solo; un percorso personale ed esistenziale dall’Italia del fascismo e del dopoguerra fino ad arrivare ad oggi.

Un’attività declinatasi sia in ambito cinematografico e forense, sia nel campo dell’impegno politico con una grande attenzione all’impegno sociale che l’hanno vista in prima linea in alcune battaglie come quella per il voto alle donne e per i diritti dei portatori di handicap .

Una personalità formatasi anche grazie all’ambiente famigliare: il padre, contrario ai gerarchi e al rampantismo dell’era mussoliniana, fu trasferito a Ginevra presso la Società delle Nazioni.

Una giovane donna che dal padre ha attinto curiosità e desiderio di conoscenza, ma anche quella tempra e determinazione per una vita che ha lasciato il segno non solo nell’ambito del lavoro, ma anche in quello della politica e della cultura, avendo – tra i suoi clienti – alcuni dei più importanti autori della nostra letteratura

Combattiva, coriacea, tenace, ironica e dotata di un grande senso dell’umorismo dell’ironia, l’avvocato Cau accetta di parlare per la prima volta davanti alla macchina da presa per raccontare sé stessa, il suo lavoro, i suoi ricordi, ma soprattutto per esprimere le sue idee ed opinioni riguardo all’Italia di oggi, rispetto al cinema, la cultura, la politica.

Un racconto coinvolgente e sorprendente tra memorie e prospettive, guardando al futuro, ricordando il passato e osservando il presente.

 

 

 

Il documentario su Giovanna Cau è nato da due fattori congiunti a livello temporale: da un lato la sua disponibilità, ad ottantotto anni compiuti lo scorso marzo, a parlare finalmente di sé in maniera estensiva, rivivendo le sue infanzia e giovinezza, la sua vita professionale.
Dall’altro la rilevanza che le parole di questa donna possono avere per raccontare e testimoniare in maniera diretta un pezzo molto importante di storia d’Italia in questo momento difficile del nostro paese
La vita e le azioni di Giovanna Cau appaiono esemplari sul piano sociale e politico. Al di là, infatti, della militanza ideologica quello che colpisce dell’Avvocato Cau è la sua determinazione nel condurre battaglie legate al riconoscimento del voto alle donne, del lavoro femminile, del progresso della cultura dell’impegno in favore del diritto d’autore e del miglioramento qualitativo della vita dei portatori di handicap intellettivo.
La vera domanda da porsi non è, quindi, “perché un documentario su Giovanna Cau?”, bensì perché – fino adesso – nessuno aveva pensato a raccontare la vita di una donna apparentemente “normale”, un avvocato che con uno stile peculiare per portare avanti il suo lavoro, ancora più sorprendente se si pensa che all’indomani della sua entrata attiva nel Foro di Roma, le donne avvocato che esercitavano si potevano contare sul palmo di una mano, e che le aspirazioni dei giovani laureati in legge di quegli anni era entrare a fare parte di grandi studi e non, come fece lei insieme ad alcuni amici fondare uno dei primi studi associati, ancora oggi attivo e bene avviato e la cui struttura le permette ancora oggi di esercitare la professione.
In questo senso la vita e la carriera di Giovanna Cau diventano uno specchio di sessanta anni di storia d’Italia, raccontati seguendo un punto di vista privilegiato e unico di una persona che ha conosciuto tutti e che tutti hanno conosciuto ed apprezzato per la sua schiettezza e per la sua passione nel condurre battaglie politiche e culturali all’insegna di una grande umanità.
Un documentario perfetto nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia per raccontare la storia del nostro paese dal punto di vista di una donna come lei stessa si definisce, ‘normale’; testimone, però, di eventi storici e culturali senza dubbio straordinari così come le personalità che ha incontrato nella sua vita e peri cui è stata amica, consigliera e, soprattutto, un grande avvocato.

 Marco Spagnoli

 


 

 

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