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Buongiorno, ben(ri)trovati. Questa è la newsletter di FilmTv.it e io sono uno dei due - l’altro è End User - che si alternano da anni alla stesura di questa strana pubblicazione che gira intorno al cinema e al nostro sito, prendendosi qua e là il piacere di svolazzare anche altrove, ma tenendo il guinzaglio corto, ben legato al palo intorno al quale giriamo.

Lo scorso agosto in vacanza ho letto un libro, uno solo, ma abbastanza corposo: Il Regno, di Emmanuel Carrère. Il resto del tempo l’ho passato a prendere il sole e fare il bagno, che poi arriva tutto questo tempo passato a scrivere nel sottosuolo (non è poetico: il mio studio è veramente in un seminterrato e, per quanto sia luminoso, sono pur sempre sottoterra e non vedo il cielo) e davvero ho bisogno di stare un po’ all’aperto.

Il libro me lo ha consigliato uno di voi, uno che legge questa newsletter, e lo ringrazio. L’ho molto apprezzato per il suo contenuto: lo scrittore francese tratta non da storico (ma comunque in modo molto ben documentato) il periodo del protocristianesimo. La predicazione di Paolo, i Vangeli, gli Atti degli Apostoli. Sono cose che mi appassionano moltissimo e che indago da gran tempo.

Non è però un libro che mi ha attratto per la forma, per la scrittura, anche se una cosa interessante, dal punto di vista formale, Carrère la fa. Non si sottrae mai: il soggetto che scrive il testo (lui in quel caso, io in questo preciso momento) non è un’altra cosa dal testo stesso e dal suo farsi. La prima persona è sempre presente, si infila nel racconto, evidenzia il luogo da cui proviene la parola, dichiara la propria la provenienza. Non ho letto altri libri di Carrère, ma ho letto che c’è stato un momento in cui ha abbracciato questa scelta: è stato a partire dal romanzo L’avversario, dal quale è poi anche stato tratto un film. Ma questo ora poco importa.

Quando io e Luca, anni addietro, ci siamo parlati a proposito della forma da dare a questa newsletter, abbiamo convenuto che non poteva essere un testo puramente giornalistico sull’attualità cinematografica. Questo sito è stato pensato sin dall’inizio come un contenitore aperto. Indossare le vesti del bravo giornalista o del critico cinematografico (e noi non siamo né l’uno né l’altro) e redigere l’editoriale, che è sempre un po’ salire in cattedra, non avrebbe avuto alcun senso. Per questo abbiamo deciso che, come Carrère, preferivamo metterci di mezzo, usare la prima persona singolare, raccontare le nostre riflessioni in diretta, dirvi chi siamo. Proprio come potrebbe fare un qualsiasi utente del sito. Sotto sotto speravamo anche di far capire che esiste sempre la possibilità di raccontare una passione (quanto detesto questa parola senza però trovarne un sinonimo soddisfacente), possibilmente coinvolgendo e interessando, anche senza essere professionali o professionisti. Speravamo un po’ di riuscire a dare il “la”, insomma: intonare l’orchestra per mostrare che molto si può fare/dire/raccontare di/su/per il cinema senza essere dei “pro”. E che molto quindi potete fare tutti voi, a vostro modo.

Ci siamo riusciti? Non lo so. Spero che il messaggio sia passato. “Svelarne” il retroscena è svelare, credo, un segreto di Pulcinella e penso anche in passato di aver già fatto cenno a tutto ciò. Ma mi piace ritornarci su.

L’altro giorno abbiamo ricevuto una mail che ci diceva una cosa molto bella a proposito della newsletter ma che esordiva dicendo: “Io non ho le capacità dialettiche per poter scrivere una recensione o addirittura creare una rubrica”. Ecco: a te che ci hai scritto quella mail così gradita e che spero legga anche questa volta, voglio dire che non è vero! A tutti quelli che scartano a priori l’idea di raccontare il loro cinema, la loro visione, la loro storia perché ritengono che ci vogliano molti mezzi dialettici o critici o di conoscenza, dico: provate. provate a raccontare l’ultimo film che avete visto o il prossimo che vedrete, non omettendo di essere voi stessi, né cercando di essere qualcun altro. Non ce n’è alcun bisogno. Non c’è bisogno di vestire i panni del critico, ma solo di indagare nelle proprie visioni e di provare a mettere in fila i propri pensieri. E piano piano si possono fare scoperte molto interessanti.

Purtroppo nel mese di agosto - mentre facevo bagni, prendevo il sole e mi interessavo a come è stata “inventata” la religione cristiana da San Paolo & Co. - una persona che aveva scritto molto sul sito e che conoscevamo da lungo tempo è stata “beccata”. Molti di quei testi erano copiati: recensioni rubate altrove. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di chiedere come mai, perché: appena scoperta, si è cancellata da sé ed è scomparsa. Che dispiacere ci ha dato: ha davvero vissuto la sua presenza qui all’insegna di un enorme equivoco.

Il mio augurio è che altri dieci di voi la rimpiazzino: voi che ci leggete e ci seguite e che pensate di non essere in grado.

Anche io lo penso ogni volta prima di scrivere: poi passa.

 

Ps 1: la foto qui sopra è un fermo-immagine dal video di Caparezza China Town.

 

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