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Quel che (mi) resta di Locarno 2019
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FESTIVAL DI LOCARNO 2019

 

Torniamo a Locarno dopo un anno e tutto è rimasto tale e quale. Il lago a sentinella, i lunghi viali con i semafori intelligenti e Piazza Grande, dove l’amore per il Cinema può esplodere sullo schermo più grande d’Europa. Il solo cambiamento è nella conduzione del Film Festival, il torinese Carlo Chatrian ha lasciato il posto alla parigina Lili Hinstin, del quale ci accorgiamo subito, sia scorrendo le nazionalità delle produzioni che nelle scelte nella retrospettiva, vero cuore pulsante del Locarno Film Festival.

 

(nella foto la direttrice artistica Lili Hinstin)

Provando a mettere ordine nelle decine di film visti in sei giorni di permanenza e a poche ore dalla nomina dei vincitori, possiamo affermare che il tema che ha turbato molti degli autori proposti quest’anno, è stata l’adolescenza. Il rapporto con i genitori, con i propri coetanei, con il mondo che li circonda oppure li opprime, storie di piccoli uomini e donne che vivono nei luoghi più difficili, guerre epidemie fame, o nel primo Mondo, quello cosiddetto civilizzato, nel quale non riescono a trovare una collocazione e soprattutto l’ascolto necessario.

Primo giorno, domenica 11 a La Sala per De Una Isla di J.L. Guerin, Fuori Concorso, doc di 26’ in bianco e nero, senza dialoghi. Lanzarote e il suo mare, un corto di in dubbia potenza visiva ma difficile collocazione.

 

(nella foto il poster di Wilcox)

A seguire Wilcox, di D. Cotè, 66’ di omaggio puro agli eremiti del nostro tempo, vedi Into the Wilde. Duro. Ore 21,30 Piazza Grande con Notre Dame di e con Valèrie Donzelli, commedia spassosa e scorretta, il “fallo” architettonico e le nouvelle (fausse) Libertè. 89’ da vedere. Secondo giorno, lunedì 12 al Palavideo alle 11,00 un bel “crisone” di un padre tedesco (finalmente anche in Germania hanno scoperto le ansie dei figli) Das Freiwillige Jahr dei due registi U. Kohler e H. Winckler, colpisce in pieno e piace per la semplicità del racconto. 86’. Bene.

 

(nella foto alcuni dei protagonisti di The Last Black Man in San Francisco)

Alle 16,30 meglio. Palaexpo (Fevi) da 3200 posti, per vedere The Last Black Man in San Francisco di J.Talbot. 121 minuti ben spesi. Idea originale, attori perfetti, direzione accurata. Le radici e l’orgoglio del riscatto, poesia e immaginazione. Oltre Spike Lee. Da vedere.

 

 

(nella foto la protagonista Carice Von Houten e la regista H.Reijn di Instinct)

Alla sera in Piazza Grande il thriller psicologico Instinct dell’olandese H. Reijn, che parte bene e arriva zoppicando. Bravissimi i due protagonisti, meno bene il finale della storia. Lo vedremo in Italia. Martedì 13 alle ore 10 un bellissimo corto A’ La Piscine di C. Frauenfelder e S. Lauper con 8’ di contaminazione emotiva per una piccola storia. Tra le interpreti Luna Piccoli Truffaut e questo può bastare. Piacevole. Alle 11 al Pala Cinema Sala 1 con Lengmo Weiyang Lengmo film cinese di produzione Italiana. 61’. Prova d’autore di Rong Guang Rong che si autocelebra un po’ troppo, indugiando e provocando sui luoghi comuni e la violenza esplicita, ma che al tempo stesso dimostra padronanza del mezzo e del mercato. Durissimo.

 

Palaexpo (Fevi) ore 16,30 per il Concorso Internazionale, di B. Da Cunha, il film O Fim Do Mundo . Molto bello. 107’. Vendibile. Ambientato a Lisbona ma potrebbe essere benissimo a Napoli, per capirci, un po’ di Garrone portoghese (fatti i doverosi distinguo). Potrebbe vincere. In Piazza Grande alle 21,30 abbiamo visto con dolore, Camille di B.Lojkine . 92’ con il pensiero fisso a Ilaria Alpi e Miran Horvatin. Asciutto e intenso, un plauso all’inteprete. Bravi francesi. Mercoledì 14 agosto presto in sala per San Vittore di Y. Ancarani. 12’. Ottimo. Senza dialoghi, con disegni bambini e carcerieri. A seguire di G. Cioni il lungometraggio. 95’. Non è Sogno, questa volta al centro i detenuti con molta empatia e idee potenziali. Da sviluppare. Fuori concorso, a La Sala ore 16,15 Etre Jerome Bel di S.Khatami e A. Bell, 79 minuti  per il ritratto di un coreografo fuori dagli schemi (e per questo poco ritraibile). Inutile.

Molto meglio Murghab, nella sezione Settimana della Critica, film a sei mani, 81 minuti  molto interessanti e descrittivi di un paese al confine del Mondo. Ottimo a L’Altra Sala visto alle 18,30.

 

(nella foto il regista R. Farahmand del film Notha ye mesi yek roya)

Ferragosto con Notha ye Mesi yek Roya di R. Farahmand, 88’ ambientato nella Damasco distrutta dall’Isis. Il grande sogno di bambini palestinesi in mezzo alle macerie dei grandi. (Il più bel film di Locarno 2019 per il sottoscritto). Sezione Settimana della Critica. Speriamo che lo distribuiscano in Italia.

 

(nella foto il cast completo di Cat in the wall, con l'attrice Irina Atanasova e l'attore Angel Genov al centro )

Cat in the Wall ci riconcilia con la finzione alle 16,30 in concorso al Palaexpo. Gradevole, ben diretto e interpretato, leggero ma non troppo sul ciclone Brexit , la gentrification e l’accoglienza. Forse un po’ troppi temi. Bene.

 

(nella foto Diego Armando Maradona)

Diego Maradona di A. Kapadia in Piazza Grande, per 130 minuti di leggenda (e disgrazie). Il più grande visto nello schermo più grande. Biopic molto polemico come il protagonista. Da non perdere. Venerdì 16 agosto 2019 ultimo giorno di permanenza a Locarno, ben speso per due film dai valori e le tecniche diverse ma entrambe da Premio.

 

 

(nella foto il cast del film Hiruk pikuk si al Kisah, con gli occhiali il regista Y.A. Noen)

Ore 9,00 al Palexpo, 94’, Pa go diretto dal coreano Park Jung-bum, dramma adolescenziale prostituzione minorile e interessi socioeconomici si fondono, in una società in rapida trasformazione che lascia poco spazio al privato. In Concorso, con le tre attrici da premio. Alle 14,00 abbiamo chiuso alla grande con il film indonesiano dal titolo Hiruk pikuk Si al Kisah del regista Y. A. Noen. Geniale. Tema l’allunaggio e la finzione. Kubrick e Fellini. Un film semplice nella direzione ma dissacrante nel contenuto. Protagonista eccellente. Ripetiamo geniale.

 

Arrivederci Locarno.

 

 Lu Abusivo.  

 

                                                                      AGGIORNAMENTO DELL ULTIMA ORA:

              

                                                      Concorso internazionale

Pardo d’oro (Gran Premio del Festival) – Città di Locarno
VITALINA VARELA di Pedro Costa, Portogallo

 

Premio speciale della giuria – Comuni di Ascona e Losone
                                                 PA-GO
 (Height of the Wave) di PARK Jung-bum, Corea del Sud

 

Pardo per la migliore regia – Città e Regione di Locarno

Damien Manivel per LES ENFANTS D’ISADORA, Francia/Corea del Sud

 

Pardo per la migliore interpretazione femminile

Vitalina Varela per VITALINA VARELA di Pedro Costa, Portogallo

 

Pardo per la migliore interpretazione maschile
Regis Myrupu
 per A FEBRE di Maya Da-Rin, Brasile/Francia/Germania

 

Menzione speciale               
                       HIRUK-PIKUK SI AL-KISAH
 (The Science of Fictions) di Yosep Anggi Noen, Indonesia/Malesia/Francia

MATERNAL di Maura Delpero, Italia/Argentina

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