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Ma che diavolo vedono i critici? (o I film brutti - Parte I)
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In questi ultimi anni, probabilmente a causa d'una repentina (quanto inaspettata) crescità intellettuale o altrettanto probabilmente a causa d'un subitaneo crollo neuronale (ai posteri l'ardua sentenza), l'ironia che (ho idea) mi distingua ha visto un esponenziale aumento in durata, frequenza, consistenza ed intensità; ironia dalla quale discende una sempre maggior marcata tendenza a chiedermi cosa diavolo abbiano visto certi critici quando poi si mettono ad osannare taluni film, e dalla quale discende a sua volta l'impellente (si fa per dire) necessità ad un tratto da me avvertita di comporre questo (ammetto sin da subito) verbosissimo post.

 

A molti (sventurati) lettori potrebbe già da questo momento, dopo aver letto questa prima introduzione, cominciare a suonare il campanello d'allarme interiore che avverte della presenza in rapido avvicinamento di biomassa arrogante. Potrebbe attivarsi l'implacabile processo di bio-localizzazione degli idioti.

 

Ma, pur tuttavia, spero vivamente di riuscire a schivare tale possibilissima e più che legittima ritrosia; e come primo passo in questa direzione di "schivamento" intendo fin d'ora precisare che non pretendo di vantare alcuna bizzarra forma di sedicente superiorità intelettuale scrivendo quanto avete già letto e quanto seguirà: ovvero, una serie di (mediocremente acute) riflessioni di carattere puramente e sbracatamente soggettivo. Al contrario. Come detto, "pretendo" solamente d'esprimere una (opinabilissima) opinione in merito ad una faccenda che mi rendo conto è possibilissimo sia io solo a ritenere rilevante, nel qual (plausibilissimo) caso siete liberissimi di mandarmi telepaticamente a quel cosidetto paese in quattro e quattr'otto e di smettere di leggere questa serie di allucinanti e allucinate pseudo-riflessioni.

 

E con ciò vado a chiudere questo (ridicolmente) lungo paragrafo d'apertura e m'accingo (mi decido) infine a palesare chiaro e tondo il contenuto del presente post: in una parola, la perplessità.

Avete letto bene: il suo contenuto primario e primigenio è nient'altro che una indomita perplessità di fronte alle talvolta sorprendentemente atletiche acrobazie intellettuali di cui fanno bella mostra certi critici di professione (e non solo di cinema) e che sembrano essere persino aumentate di frequenza rispetto al passato.

 

Ma, andiamo per ordine:

 

2017.

E' il 2017. Il 2017 è l'anno nel corso del quale per la prima volta mi sono trovato a prendere in esame, nella mia frugale mente, tutta una serie di via via sempre più pressanti considerazioni (è evidente che non intendo vantare alcuna pretesa di "primogenitorialità" e sono del tutto consapevole che molto probabilmente la gran parte del resto del mondo sarà arrivata a porsi gli stessi quesiti ben prima che ad arrivarci a farlo sia giunto infine io...)

Comunque:

E' l'anno successivo alla grossa e grassa polemica mediatica degli "#oscarsowhite" ed è l'anno di Moonlight. Meglio: dell'uscita italiana di Moonlight e della premiazione agli Oscar di Moonlight.

 

Ecco, Moonlight... (agevolo qui recensione: //www.filmtv.it/film/127460/moonlight/recensioni/956173 )

Moonlight (avemo capio!) è il paradigma.

Il paradigma di quanto segue: la perversa e pervertita e divertita (si suppone) tendenza di molti critici d'oltreoceano e nostrani a ricoprire di encomi ed elogi opere fondamentalmente mediocri in virtù di motivazioni "altre" rispetto a quelle che dovrebbero essere di loro stretta competenza. Per motivi che esulano dal puro contesto cinematografico e sconfinano nella politica e in quant'altro, nel perbenismo e nel politicamente corretto, nonché ovviamente (ovviamente, per chi ci crede) nel sospetto di conflitto d'interessi (la prospettiva d'ingrassare il portafogli, dopotutto, è da sempre un ottimo incentivo...), tali critici si prodigano volenterosamente nell'acclamare alla quasi unanimità opere che meriterebbero unicamente l'ignominia dell'oblio (esempio recentissimo? Avengers: Endgame [di cui parlo qui: //www.filmtv.it/film/166273/avengers-endgame/recensioni/956177 ]).

 

Interpretazione forzata? Possibilissimo. Situazione completamente inesistente, o non poi così rilevante, curiosamente amplificata unicamente dalla mia soggettiva percezione? Io questo non creto.

 

Anzi, credono al contrario che molti di voi si siano trovati a sperimentare similari sentimenti d'insofferenza nei confronti del profundersi di edotti critici nell'incensare in-edotte opere.

 

Non è forse così?

Prego, esprimete le vostre opinioni...

 

 

(postilla: ne I film brutti - Parte II provvederò quasi sicuramente a fornire una discutibilissima lista di film dell'ultimo decennio a mio modesto parere esageratamente acclamati: stay tuned (If you care to, and if not.... Oohh, garda che semo in Italia!" "Hai ragione, stop, basta!" {dialogo tra opposte fazione intellettive...} zzzzztttt---------------

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