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Logica di un ANNIENTAMENTO
di Utente rimosso (cinerubik)
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Utente rimosso (cinerubik)

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Vi propongo un esperimento semplice e veloce che consiste nel collegarsi alla rete e fare una ricerca su google; qualcosa di colorato come ad esempio un dipinto impressionista o la locandina di un film che amate. Digitate ad esempio le parole "The Dance Class" e "Degas" (titolo e autore) e in nanosecondo, sotto la sezione immagini, si spalancherà davanti ai vostri occhi un intera collezione jpg di quell'opera d'arte. La prima cosa che noteremo sarà la miriade di variazioni cromatiche (più o meno accentuate) di un dipinto che fuori dal web resta uno e uno soltanto. Tutta la griglia delle immagini inoltre potrebbe venire distorta soggettivamente dalle impostazioni di smartphone, monitor, tablet o smart tv alle voci saturazione, contrasto, nitidezza, tonalità calda, fredda, standard e potremmo proseguire per settimane.

Appurato che la visione televisiva è quella oggettivamente meno "renderizzata" vengo al punto: Netflix, forte di un accordo stretto con Paramount e Skydance per la distribuzione a livello internazionale del film ANNIENTAMENTO, diretto dal bravo Alex Garland di EX MACHINA e interpretato (tra gli altri) da Natalie Portman e Jennifer Jason Leigh, ha deciso che solo le nazioni di Canada, Cina e Stati Uniti potranno godere dell'uscita nelle sale cinematografiche. Com'era logico aspettarsi, serpeggia la delusione tra i fan della trilogia dell'Area X, amanti del New Weird di fantascienza (corrente che ha in Jeff VanderMeer e proprio nel romanzo ANNIENTAMENTO i suoi fautori) che si vedranno costretti, in tutti i restanti paesi (Italia compresa) a ricorrere alla via escluisva rappresentata dalla piattaforma Netflix.

 

locandina

Annientamento (2018): locandina

 

In realtà ad alimentare il mio rammarico c'è altro: conoscendo piuttosto bene le difficoltà di ognuna delle tre fasi della produzione di un film e sapendo che ANNIENTAMENTO fin dalle battute iniziali era stato concepito per il cinema, fatico a descrivere il mio dispiacere nel vederlo declassato per pura strategia commerciale e confinato in una piattaforma che implica un abbonamento. Inutile girarci troppo attorno, come dimostrato, i settaggi della propria tv non sono la trasposizione di ciò che il regista ha in mente ma soltanto di ciò che gli occhi dello spettatore vogliono vedere. Il cinema (da sempre) è anche frullo di denaro e anche se (questo è indiscutibile) un film quando è bello è bello (punto!), trovo che ci sia qualcosa di coatto in tutto ciò. Le parole del delusissimo Garland, alla notizia, sono eloquenti: “Provo grande delusione. Il nostro film era concepito per il cinema. Amo le produzioni televisive, davvero, tanto che una delle cose più belle che ho visto recentemente è The Handmaid’s Tale. Il piccolo schermo ha grande potenza comunicativa ma devi avere in mente da subito quel tipo di media." Al termine dell'intervista Garland elogia comunque Netflix e il lavoro che sta svolgendo parlando dell'esistenza di "vantaggi" e "svantaggi" in questo "inscatolare" il cinema. Personalmente spero che le decisioni future vengano prese in tempo per evitare sprechi di competenze artistiche. La scelta complicata della distribuzione tra Home-Video e Cinema pianta comunque le sue radici negli anni novanta col boom delle videocassette, per poi toccare l'apice con l'avvento dei DVD, mentre ora lo sbocciare di decine di piattaforme in rete sta cambiando notevolmente le cose. Amo l'Home-Video, meno lo streaming (che ho utilizzato solo un paio di volte come risorsa estrema in caso di mancato diverso reperimento del film cercato) ma lo "sbarco" nel privato lo apprezzerei meglio se preceduto da un'uscita cinematografica che possa dare a tutti gli spettatori, non solo agli abbonati, una scelta e soprattutto non vanifichi né sminuisca il lavoro accurato di una troupe.

 

Il cinema al cinema. 

 

Natalie Portman

Annientamento (2018): Natalie Portman

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