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Dizionarietto semiserio del cinema 2 (a-m)
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Argento Dario. Regista di thriller mozzafiato, ultimo e lontano esponente delle teorie di Lombroso, le sue opere sono le uniche mai realizzate che posseggano una intrinseca aderenza fisiognomica. Oggi Argento gira meno, in particolare dopo il tramonto.

 

Berlinguer ti voglio bene. Film con Roberto Benigni, testimonia già nel titolo l’affetto quasi filiale che può nutrirsi per un uomo politico. La dolcezza della frase è stata col tempo superata soltanto dall’altrettanto tenera esortazione “Stai sereno”.

 

Cage Nicholas. Nipote di Francis Ford Coppola e figlio di (come da espressione), l’attore ha recitato prevalentemente in ruoli da cattivo e perduto. Nel suo passato una macchia indelebile: raccomandato da antiche conoscenze italiane, fu scartato per scarsa espressività durante i provini per lo spot dell’”Hurrà Saiwa”.

 

De Gregorio Gianni. Attore e regista romano, già aiuto di Matteo Garrone, fa film di ambientazione romana, parlati prevalentemente in romanesco, con attori romani. La sua notoria riservatezza, ed un certo evidente understatement, lo hanno portato per ben due volte a rifiutare il prestigioso premio “Esticazzi”.

 

Ermetismo. Corrente poetico-letteraria che faceva della parola apparentemente chiusa il suo punto di forza, fu riportata in auge al cinema da Lino Banfi e Pippo Franco, durante i vani tentativi di aprire le lampo di Nadia Cassini e Anna Maria Rizzoli.

 

Fassbinder Rainer Werner. Realizzò una trentina di film in poco più di 10 anni. Se non fosse morto così giovane, oggi avremmo 150 critici cinematografici in più e qualche migliaia di fuori sincrono di Enrico Ghezzi da vedere ogni notte.

 

Girolimoni il mostro di Roma. Film con Nino Manfredi oggi abbastanza introvabile. Pare che una delle ultime copie in VHS fosse stata rinvenuta nel giardino di Pietro Pacciani, insieme alle famose ogive ed a svariati resti di merendine. Per gli inquirenti la circostanza non costituì indizio probante, in quanto Pacciani si professava fan di Alberto Sordi.

 

Habemus Papam. Frase tratta dall’ultima conferenza stampa di Sorrentino, con la quale il regista non si riferiva a Jude Law bensì a se stesso.

 

Izzo Simona. Attrice e regista, opinionista a tutto campo, già compagna di notorietà come Costanzo, Venditti e Tognazzi figlio, è stata ultimamente al centro di polemiche per un suo lifting. Che comunque, a parte gli zigomi e l’ego, non ha gonfiato una capacità recitativa risultata invisibile anche alla attenta analisi di decine di endoscopi.

 

Leone Sergio. Grande regista di western all’italiana e di fluviali epopee storiche, ebbe un merito che gli andrà riconosciuto per sempre: senza di lui non avremmo mai avuto Mario Brega.

 

Mio fratello è figlio unico. Il paradosso del titolo conserva un fondo di interesse e soprattutto si fa foriero di un enorme rimpianto: tutti avremmo voluto che il fratello di Riccardo Scamarcio fosse stato figlio unico.

 

 

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