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Io so solo che tutto va ma non va
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C’è del marcio in Danimarca, soprattutto nelle mele. Ricordo che vidi, per la prima volta, Le mele di Adamo, una magnifica serata d’estate del 2006, una proiezione all’aperto a Riccione. Ero solo, mia moglie incinta. Inevitabile quando un film tocca certe corde interpretarlo alla luce della propria vita, così come essa cambia, così cambiano sensazioni ed emozioni di una visione successiva con la conseguenza che il commento diventa una sorta di autoanalisi. Il figlio di Ivan compie 9 anni, la stessa età che ora ha mio figlio Giamma, 9 è la somma dei numeri che compongono la targa del mezzo con cui Adam, Gunnar e Khalid compiono la loro rapina. Perché cerco sempre il 9? Perché per l’ennesima volta mi ripeto che doveva nascere il 9, perchè il 9 era finito il tempo ed invece il parto è stato rimandato al 10, un parto disastroso, io spettatore privilegiato. Siccome recita l’adagio popolare chi ben comincia è a metà dell’opera… Giamma come avrete capito è abbastanza indietro per i suoi 9 anni. Forse sto cominciando ad esser pazzo ma vorrei gli occhiali del pastore attraverso cui egli vede il mondo e soprattutto gli uomini. Non se si tratti di ingenuità o semplicemente cecità, certo è che con tali occhiali si riuscirebbe a vedere qualcosa di positivo in tutto l’orrore (APOCALittico) che ci circonda smentendo Hegel, per il quale la storia non sarebbe altro che un immenso mattattoio. O, più modestamente, potrei vedere qualcosa di positivo nella disabilità di Giamma.

 

Ivan potrebbe stare in compagnia di un giovane barista o di un giardiniere: insieme potrebbero vedere il mondo da un’altra prospettiva nella quale a tutti è concessa una seconda occasione perché al fondo il cuore degli uomini sarebbe buono, e  comunque ne varrebbe la pena continuare a resistere. Del resto, il natale s’avvicina e siamo chiamati a credere che la felicità esiste, che i corvi non siano uccellacci predatori di mele, nessun simbolo di malaugurio, continuerebbero semplicemente ad assistere il cammino degli uomini, viandanti per campi di grano: oggi però cantava Battiato il grano fa “pensare solo al denaro” consapevoli, grazie a un Freak, che “dio c’è ma ci odia”.

 

non è strano che gli uomini combattano tanto volentieri per una religione e vivano così malvolentieri secondo i suoi precetti?” (George Christoph Lichtenberg)

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