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Ai belgi girano le palle. Ma i francesi ci rispettano
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Ho avuto via posta uno scambio infruttuoso con un signore di nome Jean che si è dichiarato essere belga, professore e critico. Lo scambio è stato infruttuoso perché secondo me né io né lui abbiamo avuto l’impressione di aver risolto qualcosa, di esserci capiti, di aver accresciuto, a breve giro di posta elettronica, i nostri pareri sul cinema, sull’Italia, su di noi.
Lui - ve lo dico - era molto caustico. Faceva di tutta l’erba un fascio: anzi uno schifo. Si è dichiarato sconcertato dalla pochezza del nostro cinema, dalla miseria di ciò che si vede al cinema in Italia, dalla pubblicità e dalle tv “trash” di stato. Io cercavo, almeno, di porre dei distinguo. Ma lui era inamovibile e anche un po’ testone. È finita con lui che inveiva contro Floris, Santoro e La Gabbia. Non sapevo più che rispondergli ed è morta lì.
Pochi giorni fa sono stati comunicati i film che saranno a Cannes. Nel frattempo, tra una cosa e l’altra, sto aggiungendo nel nostro database, nelle poche ore buche, l’elenco dei premi che le 67 trascorse edizioni del Festival de Cannes hanno tributato negli anni passati. È un lavoro noiosissimo e anche un po' interessante. Anche se è un po’ da scimmia e tremendamente ripetitivo, permette di ripassare. E di ricordare che tra Cannes e il cinema italiano c’è una vera storia d’amore: la Palma d’oro è stata nostra ben 12 volte (contro le 8 della Francia… e le 2 del Belgio). Meglio di noi solo Hollywood (19). Ma non solo: in tutte le categorie di premi c’è sempre (stato) qualche film italiano. A volte con trionfi multipli
Quest’anno un premio ci scappa, facilmente. Ci sono Garrone, Moretti e Sorrentino (e Minervini nel Certain Regard). Tre italiani in concorso sono tanti. E loro sono di valore, checché ne pensiate.
Ma al di là di ogni campanilismo (un festival non è un campionato, lo dico sempre: se vince un buon film, di dovunque sia, vinciamo tutti), la domanda è: chi ha ragione, dove sta la verità? Siamo un Paese che fa culturalmente schifo o no? Ha ragione Jean il belga o ha ragione il Festival di Cannes? Non è retorica: io non lo so. Sono nato qui ma straniero, da bambino i compagni mi sfottevano storpiando il mio cognome e chiamandomi Telefunken, ma a 18 anni sono diventato italiano con convinzione. Però ora non so: forse non riesco a guardare da lontano e con la dovuta prospettiva il nostra sistema culturale e la sua produzione. Lo schifo è solo nostro o è del villaggio globale? Altrove è davvero diverso? O sono solo condimenti diversi per la stessa pietanza?
Jean lo so che ci leggi, lo spero. Vieni a parlarne con tutti noi.

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