È sempre il momento di una commedia. Lo diceva Moretti, lo dicono gli ultimi mesi: il cinema italiano si è dato battaglia sull’unico genere che non molla mai. Lo dicono di nuovo e ancor più forte i titoli natalizi in uscita questa settimana.  

Per fare la fantascienza ci vogliono i mezzi, per il thriller le storie e gli attori, per il cinema drammatico servono i registi, gli sceneggiatori, gli attori e… il pubblico che ci creda. Per buttarla sul ridere basta molto meno e, di norma, il pubblico si trova. Generalizzazione? Certo. Ma è pur vero che nell’asfissia generale il genere comico è l’unico che ancora tira.
Non parliamo poi di quella speciale categoria di cinema che è il cinema di Natale: cinema spesso fatto per chi al cinema non ci va quasi mai. Anche quest’anno è così? Mah, forse. Forse un po’ meno degli altri anni, seguendo un trend che va avanti da un po’ e che vede il volgere al tramonto del terribile cinepanettone, odiato da pochi e amato da tanti (amore fugace e occasionale, sia detto, quasi uno sfogo o un bisogno del corpo sociale, un po' vergognoso ma ricorrente).

Che poi, a parlare di commedia oggi, finisce che sembra di parlare di una cosa così, con i comici televisivi riciclati e le signorine formose, che se va bene è ironica e se va male è volgare e casereccia. Ma non è stato così: lo sapete. Titoli straordinari del nostro e dell’altrui passato non furono che commedie: gloriose, indimenticabili commedie.
E altrove, nel resto del mondo, non è ancora necessariamente così: lo dimostrano le due commedie straniere in uscita questa settimana. Una spagnola, l’altra britannica: grottesca e nera la prima, ironica e impegnata l’altra.
E voi? Cosa pensate delle sorti della commedia in genere? Avrete voglia di vedere una commedia a Natale? Quale vedrete? Quale proprio non vedrete? E quale l’ultima che avete visto e ritenete all’altezza delle vostre aspettative?