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Spettatori solipsisti
di Utente rimosso (Cantagallo)
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Utente rimosso (Cantagallo)

Utente rimosso (Cantagallo)

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La natura di questo post è consolatoria, è un post dedicato agli spettatori solitari, ma non intende fare apologia di individualismo, né tantomeno disconoscere il piacere di trascorrere una serata al cinema in compagnia. Anzi, parto proprio dall’ovvio e cioè che condividere la visione di un film con una o più persone scelte, aspettarsi fuori dalla sala, chiacchierare mentre si è in fila e durante la pubblicità e poi discutere insieme del film costituisce, oltre che un piacere, un rito che ha una forte valenza sociale, di cui si può godere a prescindere dal gradimento del film in programma.

 

Tale situazione ideale però non è sempre possibile per diverse ragioni: perché non sempre si trova compagnia - soprattutto per certi titoli - senza dover usare la forza, perché capita di decidere all’ultimissimo momento quando non speravi di uscire in tempo dal lavoro per lo spettacolo delle 19.40 e invece ce la fai e anche perchè le persone a noi vicine possono essere appassionate di danza o di teatro anziché di cinema e anche loro hanno poco tempo da dedicare a ciò che amano. Applicando quindi un principio divisionista che consente ad ognuno di coltivare le proprie passioni, senza imporre e senza subire, per poi ritrovarsi a condividere l'unica cosa che piace fare a tutti ovvero... mangiare, ecco che frequentare il cinema da soli diventa abitudine, normalità e, in qualche modo, una forma di libertà. 

 

Mi rendo conto che scrivendo nell’ambito di questo sito sfondo una porta aperta, ma considerando la popolazione totale l'andare al cinema da soli si rivela in generale un concetto che il pensiero non considera, come il mare d’inverno, forse semplicemente perchè non lo si è mai fatto.

 


L’esperienza in solitudine possiede però le sue peculiarità, per esempio dilata la percezione nei momenti di attesa: mentre si aspetta l’inizio della proiezione si possono osservare gli altri spettatori, contarli e studiare le correlazioni tra il numero di spettatori singoli in sala e il tipo di film. Per esempio: a vedere Reygadas allo spettacolo pomeridiano la probabilità che gli spettatori siano, oltre che pochini, tutti “single” è molto alta, mentre al sabato sera, indipendentemente dal film, lo spettatore solitario diventa una vera e propria rarità dispersa nella schiacciante maggioranza di spettatori in coppia e in gruppo. Così, nell’atmosfera movimentata di una sala che si va riempiendo, mentre gli ultimi entrati a luci già spente si fanno lume col cellulare per trovare il numero della fila e del posto assegnato, lo spettatore singolo si domanda se è più corretto considerarsi:

 

a) un cinefilo in missione esistenziale;


b) uno spettatore indipendente e emancipato;


c) uno sfigato.


Uscendo dal cinema si medita in silenzio sul film, a volte captando qualche commento degli altri spettatori. E, soprattutto quando la reazione personale immediata risulta di segno opposto all'accoglienza generale ricevuta dal film, senza la presenza di un interlocutore ci si ritrova a dover dirimere autonomamente questioni delicate e potenzialmente imbarazzanti quali:


a) per me è un capolavoro ma nessuno l'ha capito;


b) per me è una boiata ma nessuno l'ha capito;


c) temo di non averlo capito.


Meno male che una volta tornati a casa c'è filmtv.it e che tra tanti utenti, per una questione di probabilità, almeno 1 altro che la pensa allo stesso modo lo si trova (quasi) sempre!

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