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Giù per la scala a chiocciola
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 Nessuno può dire di non  averla discesa, come Helen ( Dorothy McGuire)  almeno una volta nella propria anima. Alle volte per riporre in cantina una valigia piena di cose che non ci servirebbero più, anzi c’ingombrano la mente, ma che proprio non riusciamo a buttare via, che appesantiscono e inquietano  il nostro pensiero quotidiano, limitandoci senza farsi vedere, senza farsi scoprire,  e anche quando pensiamo d’averle riposte là in fondo, sono alle nostre  spalle e ci seguono nell’ombra .

 

Alle volte la scendiamo come Blanche (Rhonda Fleming) per prendere invece una valigia vuota per andar via, si andare via, adesso, subito buttandosi tutto alle spalle, senza chiedersi e soprattutto senza capire, ma forse scegliamo il modo meno adatto e il nostro voler andar via a tutti i costi, diventa il rimanere lì, per sempre. Altre ancora lo facciamo per cercare il vino migliore, l’ambrosia della nostra anima, spesso frutto d’autunno delle nostre vite,  riposto al sicuro, nel luogo più intimo, per bercelo da soli o in compagnia di  chi giudichiamo più adatto. Allora la discendiamo tranquilli, un passo dopo l’altro, con una mano sul corrimano e l’altra che regge sicura la candela, perché, alle cose migliori, la luce intensa dà fastidio, azzera i contrasti, il chiaro scuro, e non rende giustizia alle  morbide tonalità della nostra saggezza. Alle volte invece, quando siamo giù in fondo, ci sbagliamo giudicando cattivo quello che è buono e viceversa, a causa di differenti linguaggi dell’anima, della poca fiducia che abbiamo nella nostra capacità di discernimento, il prezzo che si paga, forse, quando si è dato troppo spazio alle nostre passioni. A figure buone impediamo di aiutarci come Helen con Steve Warren (Gordon Oliver). Non è facile capire, non è facile capirsi, e quanta pacata risolutezza hanno le spinte distruttive!!

 

Qualunque sia il motivo per il quale la discendiamo, ciò che rischia di non farci ritornare più su é il nostro difetto non accettato, é l’idea della perfezione che non possediamo, è l’incapacità di  tollerare i nostri limiti. La mutilazione della nostra immagine idealizzata ci è insopportabile e ci strangola la vita. Di sicuro c’è che per risalire da lì  vi è sempre qualcuno ad aiutarci, con gli occhi decisi e penetranti di Mrs Warren (Ethel Barrymore). Occhi che vedendo finalmente insieme a te la verità, a lungo sfuggita, ti tirano fuori dal buio. Puo capitare che la nostra Mrs Warren non sia una persona e, invece di uno sguardo risoluto al nostro pensiero assassino, questa presenza amica gli riservi l’equivalente di un  ingenuo, disarmante e inaspettato sorriso che, allo stesso modo, colpisce e annienta come un colpo di pistola il nostro assalitore. E, finalmente, la corsa su, sempre più su  facendo quei scalini due alla volta, tre alla volta. Com’è tutto facile ora, con quel nodo d’angoscia alla gola che si scioglie, fino a ritrovare la voce per dire . . . sono io. 

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