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Il nuovo nichilismo americano, e non solo.
di Barone Cefalu
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Ho notato come ultimamente stia emergendo un cinema che a volte viene definito Noir contemporaneo, comunque un cinema segnato da pessimismo, ultraviolenza, da eroi negativi senza nulla da perdere.

Forse un cinema figlio della crisi economica e sociale di questi ultimi anni, come a suo tempo il Noir fu figlio della seconda guerra mondiale e della Grande depressione. Inoltre non è più contraddistinto da un patinato bianco e nero, ma ad alimentare l'abominio è una fotografia curatissima, di luci che sferzano colori sgargianti, al limite del fumettistico, o forse del videogioco.

Tra gli ultimi film che rispondono a questa descrizione, mi va di citare Drive di Refn e Killer Joe di Friedkin. Due film che hanno in comune un protagonista dal passato misterioso, un eroe negativo, sprezzante della vita umana e delle regole sociali più alla base. Un vendicatore che a sua volta è corrotto e viene a patti col marcio in cui vive. 

Non mi soprende affatto questo tema. Non a caso più di ottanta anni fa John Dillinger era ammirato dall'opinione pubblica e dalla stampa, proprio perchè i cittadini si sentivano vendicati contro le banche ed il governo responsabili della crisi.

Però detto questo, non mi sento di esagerare con il paragone. Oggi mi sembra che questi film siano più delle operazioni furbe, per chi non conosce o forse ha dimenticato un certo cinema, dove già è stato detto molto. E per morbosi amanti dell'annichilimento umano. La sensazione guardando questi film, è quella di accendere la Playstation e giocare con l'ultimo capitolo di un inevitabile massacro annunciato. Si resta stupiti dell'avanzamento della grafica, dell'abbattimento delle barriere col cinema commerciale (di oggi). Ogni visione stimola un'altra visione come la fine di una partita, ne stimola un'altra. 

La sceneggiatura non solo è quasi inesistente ed inconsistente, ma non è per niente nulla di nuovo, e nei lunghi silenzi intrappolati dentro una gabbia dorata, si resta abbagliati da l'uomo sfacciatamente corrotto e violento, rappresentante del "male minore" in una società dove è difficile riconoscere l'onestà e l'ottimismo.

Quello che è più fastidioso è che questi film vengono suggeriti come autoriali, perchè si distinguono nel ritmo e nella fotografia curata, dai soliti film d'azione. Credo che Nolan abbia detto molto di più sulla corruzione e ambiguità della società con l'ultima trilogia di Batman, dove l'estetica curatissima accompagna con coerenza il personaggio e la storia, che i film prima citati, dove siamo noi che facciamo indossare ai protagonisti una maschera ed un mantello invisibili, per giustificare le loro azioni.

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