Regia di Dado Martino vedi scheda film
No. Non ci siamo. Abbasso le buone intenzioni. E basta con il pauperismo esibito come vezzo “autoriale”. Dado Martino, ossia Davide Tafuni, rifà il Pieraccioni degli esordi, come se ce ne fosse bisogno, e infligge al malcapitato spettatore una tale mole di banalità che non basterebbero a contenerla nemmeno tutti i bigliettini dei Baci Perugina (che però sono buoni e quindi ci si passa sopra). Nel film di Tafuni si fa un gran parlare di buoni sentimenti e ricerca dell’anima gemella. L’universo di Dado Martino è una Toscana sentimentale e astratta. Un ombelico del mondo che assomiglia a una specie di cimitero degli elefanti della tv e del cinema di una volta. Nel cast figurano infatti Terry Schiavo, Enrico Beruschi, Nino Formicola e persino Giorgio Ariani (Pierino la peste alla riscossa!, Sturmtruppen 2 - Tutti al fronte, I carabbimatti e Il sommergibile più pazzo del mondo). Inutile invocare la presunta innocenza della provincia e di conseguenza un’ingenuità che tale non è, e non è mai stata. L’orizzonte di riferimento di Martino/Tafuni è quello televisivo. La sua provincia edenica esiste solo al di là della storia del paese reale. Un non-luogo dove tutti i sogni si concretizzano in un discorso sentimentale parapubblicitario, nel quale tutti alla fine si abbracciano felici e contenti fra gli applausi dei telespettatori che non desiderano altro che essere al posto dei protagonisti di turno. Se questo è il rinnovamento… allora è quello già vecchio ieri.
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