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La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!

Regia di Sergio Sollima vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!

di Marco Poggi
6 stelle

Sandokan continua al cinema, dopo il grande successo dello sceneggiato tv, ma come gran parte delle seconde parti, anche presenta i limiti che un sequel si porta dietro. I personaggi sono invecchiati di 10 anni (gli attori, invece, solo di tre/quattro), ma la pellicola, anche se è ormai un classico, stenta veramente a decollare.

Il Sandokan di Sergio Sollima, con l'attore indiano Kabir Bedi nel ruolo del protagonista, continua al cinema, dopo il grande successo dello sceneggiato televisivo, datato 1976,  ma come gran parte delle seconde parti, anche questa  presenta i limiti che un sequel si porta dietro, specie se girato per il grande schermo e non per la tv. I personaggi sono invecchiati di 10 anni (gli attori, principali - Kabir Bedi, Philippe Leroy e Adolfo Celi - invece, solo di tre/quattro), ma la pellicola, anche se è ormai un classico, stenta veramente a decollare. La dolce Carole André, poi, non c'è più, sostituita dalla spenta e poco interessante guerriera Theresa Ann Savoy. Si preme di più sull'azione, con personaggi nuovi che non lasciano il segno, a parte  quello di Massimo Foschi, che si cuce bene il ruolo di traditore e spia, armato di frusta, anche se più che essere un avventurierto greco, sembra un pastore sardo (di quelli che fanno i sequestri e "giocano" coi coltellacci) Il 1977, per Foschi, fu, però, un annata indimenticabile, non solo ebbe la parte del nemico fisico di Sandokan (quello politico resta il James Brooke di Adolfo Celi), ma perché venne scelto  per dare la voce a Darth Vader nella saga di "GUERRE STELLARI" (un cattivo che nel primo film di George Lucas inizia come tale, ma che poi nei successivi due ha un'evoluzuione impensabile). Kabir Bedi prova a tramutare il suo Sandokan in un personaggio più d'azione che d'introspezione, anche se ogni suo  primo piano rresta scolpito neilla mente. Adolfo Celi, per fingere che il suo James Brooke più vecchio di 10 anni, si fa crescere i baffi (o se li mette posticci), ma continua ad essere un cattivo che non alza una sciabola contro Sandokan, dimostrandosi  nuovamente più un politico, che un uomo d'azione fisica. Eppure, guida un pugno di rangers con rigore, indicando col bastone la strada da prendere nellajungla, lui vestito come un cacciatore inglese. Il portoghese Yanez de Gomera del francese  Philippe Leroy si è sposato ed è diventato re di un'isoletta, ma quando Sandokan chiama, lui risponde assieme al Kammamuri di Sal Borgese (personaggio molto imparentato con il Carmaux de "IL CORSARO NERO", dell'anno prima, sempre impersonato da Borgese), deliziandosi con un travestimento da prussiano che è tutto da vedere e godere. Sergio Sollima si abbandona ai ritmi cinematografici, giranto un film discreto, ma inferiore allo sceneggiato, che tutto è fuorché un vero finale. Ma perché anche questo Sandokan non è stato un prodotto tv come il prototipo?

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