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Sleuth - Gli insospettabili

Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film

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La recensione su Sleuth - Gli insospettabili

di scapigliato
10 stelle

Nel buio della sala, quando anche con una decina di persone ti consideri comunque da solo, il confronto a due, nato dalla penna di Anthony Shaffer e rinato brillantemente e impertinentemente da quella del Nobel 2005 per la Letteratura Harold Pinter, diventa un confronto a tre. Io e loro due. Il giovane parrucchiere ("No, sono un attore!"), il vecchio scrittore main stream, e io... Che funzione ognuno di noi abbia guardando e vivendo il film dipende dalla storia e dalle tensioni di ognuno di noi, of course. Ciò che si può dire obiettivamente, ma anche un po' forse partigianamente, è che il film è una "teatralità della vita", passatemi il termine, "(s)figurata" nella bidimensionalità del cinema. Non solo la pellicola di Branagh è impostata teatralmente, come la recitazione dei due attori di razza, perché il giovane Jude Law resta e diventa sempre più "un'impertinente" bravissimo attore, ma è una pellicola che del teatro vuole ricomporre la suggestione finale, del colpo di scena plateale, della esasperazione del gesto attoriale, alla sua deformità barocca. In più, gioca con i vari supporti tecnologici su cui riflettere le varie sezioni di immagini spezzando i punti di vista. Ma Branagh fa ancora di più: insiste, grazie ad un'esplicita, grazie a Dio!, sceneggiatura di Harold Pinter, su un linguaggio maschilista che presupporrebbe una lotta tra maschi alfa e che poi si rivela invece essere la radice di un omoerotismo perfetto e perturbante. La perfezione sta nel fatto che nulla è nascosto, ma quasi tutto è detto. La perturbazione sta, oltre al fascino di Jude Law mai stato così metrosessualmente erotico, anche nella svelazione dei giochi di potere di una società come la nostra che nasconde le proprie inclinazioni omosessuali per il quieto vivere. Che l'omosessualità sia comune ad ogni essere umano, e che il successivo sviluppo in accettazione, repressione o tolleranza dipenda dall'educazione di ognuno, è un fatto ormai chiaro e lampante che purtroppo certa ignoranza dottrinale ancora non accetta. In "Sleuth" questo è l'aspetto originale che insaporisce il duello postmoderno tra due esponenti antigenerazionali. Postmoderno perché contamina la cattiveria e l'arroganza della sfida, con la brillantezza del dialogo, della battuta e dello humor, annullando le posizioni moralistiche tra Bene e Male. Anti-generazionali perché Caine non incarna la vecchia Inghilterra che se ne va, e Law non incarna quella nuova che arriva. Entrambi sono i totem di se stessi. E il totem è un oggetto fallico per eccellenza. Come falliche sono quelle automobili che si sfidano a chi è più lunga, sottotacendo fin dall'inizio i veri termini del confronto tra Caine e Law. Confronto che non vede al centro la donna di entrambi, tale fantomatica Maggie, ma in realtà il desiderio di possedere. Possedere l'altro, la sua testa, il suo corpo, o i suoi soldi e i suoi gioielli poco importa, perché sempre di possessione impulsiva e ossessiva stiamo parlando. Possedere, inglobare, fare nostro. L'atavica sfida maschia a chi piscia più lontano, adolescentemente riletta, e con più gusto e fantasia, a chi ce l'ha più lungo, è una sfida a cui uomini e donne, non potranno mai sottrarsi. Certo, l'universo maschile si sfida su altri campi di quello femminile, ed entrambi hanno clamorose differenze di approccio sociale, ma sia maschi che femmine, oggi, post-modernamente, sono personaggi di una pièce ambigua che né ne limita le tensioni erotiche, né ne circoscrive le pratiche. Ecco che inscenare un furto, per poi inscenare un delitto (finto), per inscenare infine un'umiliazione bella e buona, diventa la figurazione di un procedimento sessuale. Un specchio riflette un'immagine già riflessa da un altro specchio. L'immagine è la stessa, ciò che cambia è la soggettiva da cui l'immagine, accettando che possa avere un suo punto di vista, guarda l'intorno. Così l'atto sessuale, conoscenza, seduzione e penetrazione, passano per i tre livelli del gioco del vecchio Caine. Questi "conosce" Jude Law, nuovo compagno della ex-moglie, attraverso una proposta pericolosa, ma allettante: rubare i gioielli e scappare all'estero. Poi lo seduce ribaltando il gioco della rapina e ipotizzando un'inversione di marcia terrificante: la morte di Jude Law sorpreso a rubare i diamanti. E poi, finalmente, lo sparo, l'esplosione, il getto, lo schizzo, della pistola di Caine. La penetrazione avviene con l'umiliazione, quella per cui Jude Law, per salvarsi la pelle, ammette (oppure no?) di non amare affatto le donne, di non sopportarle, di essere "altro". Fine del gioco. O così crede Caine. Ciò che poi succede è tutta una fenomenologica discesa nell'abisso della liberazione dei sensi. La patologia di Caine, non è diversa da quella di Law. E il loro duello omoerotico, che noi potremmo battezzare omothriller, è la sintesi di un mondo impoverito dalle proprie severe e conservatrici posizioni tutte (economica, finanziaria, politica, militare e sessuale), che continua a nascondersi a sé stesso. Atto conclusivo è la svelazione di un'ambiguità sessuale che sottotace non un'inquietudine di fondo, quanto la tristezza di non essere davvero se stessi. Il mondo non è sé stesso. É soltanto una casa arredata teoricamente o di cartapesta in cui si confrontano, entrambi perdenti fin dall'inizio, due finti uomini alfa (l'uomo alfa non esiste, è una favola da raccontare ai bambini la sera intorno al fuoco). "Sleuth", se non piace, non lo so il perché. In realtà è un film orgasmatico, continuamente rivolto alla dialettica sessuale, da cui poi nascono quelle politiche, economiche e ovviamente gender. É come se volesse dirci che l'uomo oggi è schiavo del sistema, delle convenzioni, e oltre a questo è tristemente suddito di ideologie capitalistiche e non, così come di dogmatismi disumani e anti-umanisti. Quindi va da sé che è come se volesse dirci che la tanto ricercata liberazione totale dell'individuo, prima di manifestarsi in politica, in economia, in religione, e così via, deve assolutamente passare dalla liberazione sessuale. Solo non concependo più la sessualità come un atto "sporco" e fissato in regole predefinite da qualcuno che s'è permesso di farlo senza chiederci il permesso, solo allora l'uomo sarà davvero libero. E solo allora non ci saranno più dei Michael Caine a sfidare giovani e seducenti Jude Law.

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