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10 bianchi uccisi da un piccolo indiano

Regia di Gianfranco Baldanello vedi scheda film

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La recensione su 10 bianchi uccisi da un piccolo indiano

di giurista81
6 stelle

Sorpresa firmata Baldanello, probabilmente il suo miglior film insieme a Black Jack. Sulla scia di Soldato Blu (1970), il regista bolzanino presenta il suo western revisionista e lo fa con un soggetto dall'intreccio giallo. Potenzialmente notevole, la pellicola soffre di una brutta messa in scena, di una fotografia pessima ed eccessivamente scura e di costumi tutt'altro che qualitativi. Penalizzato dunque da uno scarso budget, ma anche da una regia poco convinta e ispirata (male sul versante dell'azione e della visionarietà degli omicidi), beneficia tuttavia di alcuni colpi di scena e alcune trovate che salvano con importante margine il film. Innanzi tutto sono lodevoli le contaminazioni erotiche e horror di cui la pellicola fa sfoggio. Purtroppo Baldanello non osa quanto dovrebbe, pur mettendo in scena stupri, allucinazioni premonitrici dal retrogusto horror e persino una giovane indiana strega che sembra parlare con gli spiriti, il tutto in una cornice in cui vendetta e amore si incontrano, alla stregua di una tragedia greca. L'amore viene sacrificato sull'altare della vendetta, per un passato che non può esser dimenticato in vista della felicità futura. Bella la parte che prelude al finale, sotto un autentico nubifragio e tra i lampi di luce che squarciano le tenebre. Davver notevole, poi, l'epilogo, per scrittura, meno per la messa in scena. Oltre allo script, pur se con dialoghi un po' troppo verbosi, il film beneficia di una notevole Rosalba Neri, vera e propria protagonista del film, ora ammaliante, ora tentatrice, ora stralunata, quindi disperata e infine trionfante, da vera e propria dominatrice. Il cattivo di turno, interpretato da John ireland, non è il classico cattivo dei western all'italiana. Ma è un qualcuno che, pur cercando di recuperare i peccati passati, cade vittima del sangue e della violenza che hanno caratterizzato il suo passato, come se fosse preda di una maledizione da cui non si può liberare e che ricade sui figli.

Nel cast anche Fabio Testi, qua piuttosto anonimo e subordinato alla Neri. Western dunque dall'ottimo potenziale, ma non sfruttato appieno. Probabilmente con un altro regista dietro alla macchina da presa, penso a esempio a un Lucio Fulci, avrebbe spiccato il volo nell'indice dei gradimenti. Comunque da rivalutare.  

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