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Hercules

Regia di Luigi Cozzi vedi scheda film

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La recensione su Hercules

di Dik
4 stelle

Con i soldi della Cannon Films (i cugini israeliani Menahem Golan e Yoram Globus), Luigi Cozzi può raccontare la sua personale visione della figura mitologica di Ercole, in cui l'unica cosa rimasta classica è la fattezza del semidio, che ha il volto e soprattutto l'enorme corpo scolpito di Lou Ferrigno. Tutto il resto, come prassi quando c'è di mezzo il regista bustocchio, è fuori dagli schemi, passando con disinvoltura dal peplum, al fantasy, alla fantascienza. Il risultato è un giocattolone colorato e rumoroso che comincia con cinque minuti di prologo sull'origine dell'universo e la nascita del nostro eroe, per poi proseguire come una sorta di videogame in cui le "fatiche" sembrano i vari livelli di difficoltà. Ancora: un orso (l'animale!) viene fatto volare nello spazio (e si crea la famosa costellazione), seguito da un tronco d'albero che finisce chissà dove; ma il nostro campione è anche insidiato da mostri meccanici animati in stop motion (con buona pace di Ray Harryhausen) i quali fanno un gran chiasso e sempre una brutta fine. Tanto volume e molta ingenuità, ma nel delirio assoluto questa pellicola si dimostra perfino coerente e la sceneggiatura (di Cozzi, come il soggetto), seppur a fatica, regge. Purtroppo, per salire di livello, ci sarebbero voluti attori all'altezza mentre, se si esclude William Berger (Wilhelm Berger) che interpreta un Minosse serafico e paraculo, sono tutti sotto la decenza. Azzeccatissimo comunque il cast femminile che recita, come quello maschile, in maniera vergognosa, ma Mirella D'Angelo (la maga Circe), Ingrid Anderson (Cassiopea) e soprattutto Sybil Danning [(Sybille Johanna Danninger) nel ruolo di Arianna], sono di una bellezza da infarto fulminante!

Cinque nomination ai Razzie Award 1983, tra cui quello di peggior film, ma ne vinse "solo" due: a Lou Ferrigno per il peggior attore esordiente e a Sybil Danning come peggior attrice non protagonista. Premi ampiamente meritati.

Nonostante tutto, il successo commerciale fu discreto soprattutto oltreoceano e, quindi, d'obbligo il seguito "Le avventure dell'incredibile Ercole" (1985) sempre diretto da Cozzi.

Musiche di Pino Donaggio.

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