Regia di Masaki Kobayashi vedi scheda film
Il vero titolo in giapponese significa: "Ribellione: a causa di una donna conferita", in italiano diverrebbe diventare: "Ribellione Samurai" (e non "L'ultimo samurai" che non c'azzecca minimamente, dato che nella versione americana il titolo è "Samurai rebellion".....). E' una delle più grandi opere mai realizzate del genere jidai-geki, ed è tratto da una storia vera. - La vicenda è ambientata nel periodo Edo (1700). Il damiyo (o Signore del feudo), a causa della sterilità della consorte, non è in grado di dare eredi, così per questo scopo viene scelta la bella Ichi come concubina. Dopo il rapporto sessuale, Ichi rimane incinta di Tomi e in seguito, dopo il parto, fa ritorno al suo villaggio. Poco tempo dopo conoscerà Yogoro, figlio di Isaburo (Toshiro Mifune), prima se ne innamora perdutamente e poi lo sposa. Il damiyo ordinerà al Ciambellano di corte di fare delle visite di tipo sollecitativo alla famiglia di Ichi, con l'intenzione di convincerla a tornare al feudo come concubina e come compagna dello stesso damiyo, ma la famiglia si rifiuterà di obbedire. Isaburo, suocero di Ichi, non è solo il più grande spadaccino di Edo, famoso per la sua imbattibilità e virtuosismo con la wakizashi e la tachi, ma è anche un uomo di grandi valori morali, dove l'onore e la giustizia stanno al primo posto. Ribellarsi agli ordini del Signore del feudo significava opporsi alla legge, e quindi diventare un ribelle (da qui il titolo internazionale). In questo momento della storia, inizierà la fase di lotta fra la famiglia di Ichi, protetta dal padre di suo marito Yogoro, finalizzata a ottenere la libertà. - Questo film è un'altro capolavoro di Kobayashi che analogamente ad "Harakiri/ Seppuku", prende posizione contro le usanze e l'antica cultura giapponese, denunziando le ingiustizie e le assurdità della politica totalitaria dell'Impero e della vita feudale. Un film da vedere assolutamente, soprattutto per appassionati di cinema cappa e spada, di samurai o semplicemente di buon cinema. Voto: 9 -
La musica di Toru takemitsu si dimostra ancora superlativa, fatta di essenzialità e incisiva, applicata al momento giusto con il giusto sound creato semplicemente dai 3 tradizionali strumenti nipponici: biwa, shakuhachi e taiko.
Con questo film, come in Harakiri, compie una vera e propria polemica contro il potere imperiale e le usanze del suo paese e lancia un messaggio morale all'Umanità, che mentre chi sta nel giusto viene giustiziato, sta a guardare, dando invece merito e lasciando vivere longevamente nel tempo chi ha colpe e chi con l'inganno o con la violenza, si prende il potere con la forza. Il suo stile ed il suo modo di pensare e di fare film, l'ha reso celebre nel suo paese e nel mondo come grande esempio di uomo di grande spirito morale e virtù. Davvero un grande maestro, m'inchino.
Oserei dire, supremo. TATSUYA NAKADAI: scoperto da Kobayashi, dimostra ancora grande bravura. Insieme a Mifune, una coppia superlativa, già usata in "La sfida del samurai" di Kurosawa, 6 anni prima.
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