Regia di Silvio Amadio vedi scheda film
Uno dei primi lavori di Amadio come regista (in precedenza era stato anche sceneggiatore), non nuovo comunque ai peplum. Questa volta siamo nell'antico oriente e la sceneggiatura firmata da Gino De Santis, Sergio Spina e Diego Fabbri (!) ruota attorno ai più prevedibili luoghi comuni del genere e del contesto: ci sono personaggi del calibro di Sardanapalo, Hammurabi e Zoroastro (peraltro intepretato da Arnoldo Foà, che in quegli anni arrancava fra ruolini simili pur di ottenere visibilità nel cinema), ci sono le classiche scene di battaglia e di città messe a ferro e fuoco, c'è la storia sentimentale che percorre tutta la trama e le dà, fondamentalmente, linfa. I tre personaggi principali sono affidati a Howard Duff (attore americano che lavorò pià che altro in serie televisive statunitensi), Luciano Marin (già più avvezzo ai peplum, dalla cui fortuna e decadenza dipese la sua carriera) e Jocelyn Lane (austriaca e già vista in Marte, dio della guerra di Baldi, ma anche in Urlatori alla sbarra di Fulci): non esattamente nomi capaci di richiamare il grande pubblico. E, come preventivato già in fase di produzione (questo genere di film veniva realizzato in tutta fretta e utilizzando scenografie seriali, per risparmiare al massimo), il successo di Le sette folgori di Assur non è durato molto oltre l'uscita dai cartelloni cinematografici. Montaggio di Maurizio Lucidi, che poi diventerà regista a sua volta, e musiche del Maestro Carlo Savina. 2,5/10.
Mirra, rimasta orfana dopo una scorribanda degli assiri, finisce nelle mani del loro re Sardanapalo. Ma anche il fratello del sovrano, Shammash, desidera le grazie della bella ragazza...
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