Trama
Confiteor – come scoprii che non avrei fatto la rivoluzione è un film che scava nelle radici di un’eterna infanzia, luogo da cui tutto prende forma e significato. In un paesaggio dove il tempo scivola via senza che ce ne accorgiamo, si apre una riflessione intima e spietata sulla fragilità dell’essere umano, sulla distanza tra pensiero e azione, sul bisogno di un gesto concreto capace di restituire amore, presenza, senso.
Bonifacio Angius costruisce un racconto in bilico costante tra commedia e dramma, dove veleno e antidoto convivono negli stessi corpi e negli stessi sguardi. È una storia di caduta e di luce, in cui la violenza – nei gesti, nelle parole, nei pensieri – emerge come motore invisibile delle relazioni, ma al tempo stesso lascia spazio a un candore ostinato, incarnato da un bambino, che diventa rivoluzione possibile.
Dopo Perfidia, che raccontava la distruzione di una famiglia, e Ovunque proteggimi, che ne evocava la nascita, Confiteor rappresenta per Angius l’unione di questi due poli: una storia familiare più ampia, simbolo della crisi dei valori ancestrali sotto il peso delle contraddizioni contemporanee. Tra ricordi personali, suggestioni autobiografiche e figure incontrate e amate nella vita reale, il film si configura come un’opera insieme intima e universale, capace di trasformare i fantasmi del passato in una confessione luminosa, dove l’amore e la purezza restano l’ultima, vera rivoluzione.
Note
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