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Inhibition

Regia di Paolo Poeti vedi scheda film

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La recensione su Inhibition

di undying
2 stelle

Uno dei peggiori erotici-esotici italiani, interpretato da una pornostar affermata (Beccarie) e una in via di lancio (Staller). Trama inconsistente, regia approssimativa e dialoghi al limite del trash. Un film inaspettatamente diventato (s)cult. Effetto erotico paragonabile ad un cubetto di ghiaccio posato nelle zone erogene.

 

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Carol Levis (la porno star francese Claudine Beccarie), dopo avere subìto per anni umiliazioni e soprusi sessuali da parte del sadico marito e dei suoi amici, una volta rimasta vedova (come, è tutto da ridere) intraprende un nuovo corso esistenziale: s'afferma nel mondo degli affari gestendo, con lucido cinismo, un allevamento di cavalli in Arabia. Nel medesimo tempo, intrattenendo un'intima relazione sessuale, domina Anna (Ilona Staller), la sua sottomessa segretaria.

 

"Quando mi guarderò allo specchio e capirò che sono invecchiata... sarà la fine. Mi toglierò la vita." (Carol)

 

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Ambientazioni tunisine suggestive, diroccate costruzioni romane, un paio di attrici che non disdicono di rimuovere tutti i vestiti e una interessante (per quanto ripetitiva) colonna sonora dei fratelli De Angelis. Un attore simbolo del cinema bis (Ivan Rassimov) e subliminali comparsate di certo interesse, tra le quali: Patrizia Gori e, per un paio di secondi, la splendida Dirce Funari (vestita in abito settecentesco durante un baccanale -in flash back- voluto dal marito di Carol).

Ancora: la Beccarie che -per buona parte del primo tempo- imbratta di saliva ogni centimetro del nudo corpo di Ilona Staller, con dettaglio di capezzoli irrigiditi e pelo pubico (stile moquette) a vista. 

 

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Elementi in apparenza sostanziali in un erotico. Meno sostanziali, invece, i veloci inserti hard piazzati sul finale nella versione uncut di 103 minuti, non coincidente con quella censurata passata nelle nostre sale. In questa esplicita versione, di estremo, ci vien mostrata la vulva della Beccarie mentre fa autoerotismo nel letto, spiata dal maggiordomo (non prima di averci deliziato gli occhi mostrando il sodo fondoschiena) e un paio di close up di penetrazione (con controfigure?) quando la protagonista seduce l'archeologo di cui è infatuata Anna.

 

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Eppure... nonostante tutti questi elementi e al di là d'un titolo a dir poco falso (nessuno è inibito nel film, più sincero era lo squallido documentario hard francese -passato anche su Cielo- datato 1975: "Exhibition", al quale il titolo italiano paga pegno) la pochézza dei contenuti resta tale. L'esordio in regia di Paolo Poeti è dunque uno dei più noiosi e mal girati erotici del periodo, infarcito da dialoghi risibili e da contesti involontariamente trash (la Beccarie filosofeggia sulla prepotenza maschile mentre assiste alla mònta esplicita di uno stallone!). Il sottofondo femminista sfiora l'effetto boomerang: come può emanciparsi una (facile) donna se offende la sua stessa categoria, per poi fare esattamente quello che critica? "Sei una puttana, un uomo ti sorride e tu apri subito le gambe", dice Carol, evidentemente ingelosita, all'ingenua Anna, riferendosi alla relazione con il bel antropologo.

Ma non è solo una sceneggiatura al limite del delirante a rendere inguardabile il film. Poeti gira come fosse in stato d'ebbrezza e anche i momenti più erotici (le effusioni lesbo tra Carol e Anna), a causa della telecamera impazzita -che ruota senza senso dall'alto in basso, di traverso e in obliquo- diventano fonte di assoluta nausea. Tutta la parte centrale è poi semplicemente inutile, focalizzata su Rassimov (qui sprecatissimo) che scommette soldi giocando a carte o puntando sulle corse dei cavalli. Un film che ha raggiunto lo status di (s)cult, diventando inappropriatamente famoso, e probabilmente solo perchè vanta la presenza di una pornostar. Una pornostar qui piuttosto antipatica e, peraltro, con un viso nient'affatto grazioso, a causa di un mento spigoloso e di una forma troppo squadrata del volto. In seguito il regista, dopo aver girato un dimenticato film con Renato Zero (Ciao Nì!, 1979) finisce per dirigere serie televisive (tra le altre: L'occhio di Giuda, Senza scampo, Amico mio, Amiche).

 

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Curiosità

Anna si trova con l'archeologo in una discoteca. Parte il brano Badmen dei fratelli De Angelis (riciclato dal film Il bianco, il giallo, il nero) ed il ragazzo, dotato di fervida immaginazione, sentenzia: "Questo è l'unico posto dove c'è della bella musica." 

 

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"Il sesso è sporco solo se è fatto bene." (Woody Allen)

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