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Esordienti. Beck Cole
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 ♦ Nazionalità: Australiana 

 ♦ Film d'esordio: Here I Am (2010)

 ♦ Genere: Drammatico.

 

 È proprio vero: da cosa nasce cosa. Beck Cole ce lo spiega attraverso la sua esperienza, da una prospettiva tipicamente femminile. Dopo la scuola inizia a lavorare come giornalista per la televisione australiana, e scopre l’esistenza di problemi sociali di cui sente il bisogno di parlare.   Dà alla luce una bambina e pensa a come debba essere duro, per una madre, dover abbandonare una figlia, e poi cercare disperatamente di ritrovarla. Segue il suo compagno mentre gira un film, documenta le fasi della lavorazione, e le viene la voglia di provarci anche lei.

 

Lui è Warwick Thornton e, al Festival di Cannes del 2009, per quel film, Samson and Delilah, vince la Caméra d’Or per la migliore opera prima. Lei, intanto, assiste alla proiezione di un cortometraggio e resta affascinata dall’interpretazione di una giovane attrice, Shai Pittman. È un’aborigena, come lo sono i personaggi del film. Ed è proprio di quel cinema nero del quinto continente che Beck Cole, da ragazza,  si è innamorata.

 

Dopo aver realizzato una fortunata serie di documentari a sfondo storico ed etnografico, Beck Cole gira Flat (2004), il suo primo cortometraggio a soggetto (visionabile qui, su isuma.tv, un sito web dedicato al cinema delle minoranze etniche).  Ne seguiranno altri due: Plains Empty (2005)  e Nana (2007). Tutte storie tratte dal mondo di  quella che Beck, a tutti gli effetti, considera la sua gente. Il sogno di portare sullo schermo la vita travagliata degli uomini e delle donne appartenenti alla più antica cultura della Terra culmina col lungometraggio Here I Am (2010), in cui Shai Pittman interpreta il ruolo di una giovane che, uscendo dal carcere,  affronta il dramma di dover ricominciare da zero, al quale si aggiunge la difficoltà ad essere accettata e a trovare fiducia.

 

“Volevo realizzare una storia con un personaggio che mostrasse il lato difficile della vita, ma anche un viaggio attraverso la speranza e le possibilità di un futuro migliore. Sono molte le ragioni per cui avevo bisogno di raccontare questa storia: dal punto di vista politico, mi preoccupa il numero sproporzionato di aborigeni detenuti nelle carceri del mio Paese, dal punto di vista personale continuo a riflettere sulla mia vita di donna aborigena e sul mio ruolo di madre, e dal punto di vista creativo sono portata a creare ruoli e personaggi interessanti da affidare ad interpreti aborigene, in film che superino le barriere razziali e si rivolgano a tutte le persone capaci e degne di amore e perdono.

 

Spero che gli spettatori, uscendo dalla sala, dicano: è stata una sorpresa, non era ciò che mi aspettavo. E che abbiano riso, e magari pianto. E voglio anche che le persone ritornino con un senso di speranza, anziché col cuore gonfio di amarezza. E con un po’ di comprensione in più per quella piccola parte del mondo, quella fetta di vita.”

 

[Fonti: Sito ufficiale del film, www.hereiamfilm.com, e www.playslashpause.com]

 

Il film Here I Am, nel corso del 2011, ha fatto il giro dei festival australiani. Non è ancora approdato in Europa.

 

 

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