Espandi menu
cerca
Se non ci fossero loro, il cinema non esisterebbe: i più grandi registi secondo... La cinemaniaca
di la cinemaniaca
post
creato il

L'autore

la cinemaniaca

la cinemaniaca

Iscritto dal 17 febbraio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 15
  • Post 3
  • Recensioni 8
  • Playlist 17
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

Se Lina vi ha chiesto di parlare degli attori del vostro cuore, ebbene io propongo al pubblico di FilmTv di parlare invece dei registi, persone che sono sempre (o quasi) dietro la telecamera ma che se non ci fossero loro, il cinema non esisterebbe. Sarebbe bello se anche voi parlaste di loro, preferibilmente se mettete dei video così da capire il loro stile. Ora inizio con i miei. Buona lettura!

 

David Lean

Il nome potrà essere anche dimenticato, ma indimenticabili sono i suoi film, dotati di una fotografia e di un montaggio che solo lui sa fare. È uno dei pochi che ci fa emozionare solo grazie alle immagini, l'unica cosa che critico, è che non è il migliore nei primi piani.

ecco una scena da uno dei suoi capolavori, Il dottor Zivago

 

David Lynch

Per comprendere cosa vuole dire questo regista, bisogna fare i salti mortali, ma forse è proprio questo che Lynch vuole. Quando vediamo uno dei suoi film, ci sembra di ricordare i nostri incubi, parole senza filo logico e personaggi non facilmente collegabili, ma è questo che lo rende un grande regista.

Scena dalla serie tv I segreti di Twin Peaks

 

Tim Burton

Il suo aspetto combacia alla perfezione con i suoi film. Lui è stravagante e geniale come solo un artista sa essere, i suoi film fanno parte del nostro mondo e il suo stile dark-gotico affascina tutti. Impressionante per una persona che prima lavorava come disegnatore per la Disney.

Ecco il corto Vincent, ispirato dal suo idolo Vincent Price, noto attore dei film tratti dai racconti di Edgar Allan Poe.

 

Ken Russell

Ormai scomparso, Russell è stato un regista che mi ha sempre colpito. Iprevedibile e scandaloso, i suoi film sono caratterizzati da una fotografia kitch e grottesca. Il film I demoni che nel 1971, divise la critica del festival di Venezia a causa del suo contenuto eretico e sessuale, una perla ormai introvabile. Oltre a questo, i suoi film migliori sono quelli dedicati alla musica e ai musicisti (tranne Listzomania, dove l'immagine di un Franz Listz rocchettaro mi lascia alquanto perplessa). Bellissimi sono La perdizione, con Robert Powell (il Cristo di Zeffirelli) nella parte di Gustav Mahler e L'altra faccia dell'amore, in cui viene messa in discussione l'omosessualità di Tchaikovski.

Scena tratta da La perdizione

 

Quentin Tarantino

Ispirandosi fortemente ai film d'exploitation, film totalmente di serie B, Quentin Tarantino è riuscito a renderli d'autore. Le sue sequenze lunghissime con una sceneggiatura scritta probabilmente sotto l'uso di stupafacienti, l'hanno reso un'icona del cinema mondiale.

Scena dal suo primo capolavoro Le iene

 

Martin Scorsese

Appena senti il suo nome, ti aspetti di vedere un film violento. Se fino a quel periodo l'America mostrava al mondo film fatti di sorrisi finti e che tutto andava bene, Martin Scorsese ha iniziato a far vedere al mondo il lato oscuro con scene violente e crude. Ultimamente ha abbandonato il genere, peccato. L'Academy non si era mai degnata di premiarlo finché ha presentato uno dei suoi film più sciatti, The departed. Meritava molto di più per i suoi film precedenti. Comunque, cio che amo del suo lavoro come regista, sono le carrellate e la sua bravura nel raccontare una storia.

Ecco una scena da Taxi driver, in cui guarda caso, c'è proprio Scorsese.

 

Luchino Visconti

Eccone uno di casa nostra, il suo modo elegante nel dirigere un film è un vero e proprio esempio di puro cinema. Anche Scorsese ha cercato di rendergli un omaggio con L'età dell'innocenza, ma nessuno sarà come lui. Ha affrontato il genere neorealsita con Rocco e i suoi fratelli e ha raggiunto il massimo della raffinatezza con Il gattopardo e Morte a Venezia.

Scena da Morte a Venezia, con la meravigliosa musica di Gustav Mahler

 

Vittorio De Sica

Suo figlio è la cosa più offensiva che abbia mai visto, perché non puoi fare così se tuo padre è il patriarca del cinema neorealista. I suoi film sono forti, veri e drammatici fino al midollo, il mondo ce lo invidia e noi ne siamo fieri. Solo questo ho da dire per descrivere questo mostro della cinematografia.

Scena da La ciociara, il mio film preferito perché oltre all'interpretazione straordinaria della Loren, il film racconta quel pezzo di storia italiana ormai dimenticata.

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati