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Braquo - Seconda stagione
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 Come rovinare un’ottima serie con una seconda stagione superflua. “Braquo” (termine gergale derivato da braquage, più o meno rapina a mano armata) è una creazione di Olivier Marchal che ha diretto anche i primi quattro episodi. Chi ama il cinema dell’autore di “36” e “L’ultima missione” vi ritroverà i suoi temi ricorrenti, a partire dalla descrizione spietata e senza sconti di un corpo di polizia marcio e corrotto fino al midollo in cui la linea tra lecito ed illecito si fa sempre più sottile ed indefinita.

Per la seconda stagione Marchal lascia il posto a Philippe Haïm (regista e sceneggiatore dei primi quattro episodi) e Eric Valette (regista e sceneggiatore degli ultimi quattro episodi), senza dimenticare il contributo, in fase di sceneggiatura, di Abdel Raouf Dafri (“Il profeta” e “Nemico pubblico n. 1”). Il risultato purtroppo convince molto meno.

La storia riparte esattamente da dove si era interrotta la prima stagione con l’intera squadra del comandante Caplan (un eccellente e segnato Jean Hugues Anglade) radiata dalla polizia. L’incredibile furto di un carico di 200 kg di lingotti d’oro con conseguente strage di civili richiederà nuovamente l’aiuto di Caplan che, a fatica, tenterà di riunire i suoi vecchi compagni di polizia per venire a capo di un complicato intrigo che coinvolge anche le più alte sfere di potere.

Il grosso limite di questa stagione è il fatto di essere all’insegna dell’eccesso. Troppe vicende, troppi personaggi, alcuni francamente detestabili e ai limiti della macchietta, troppa violenza non richiesta, troppe improbabilità. Il crudo ed efficace realismo della prima stagione lascia spazio ad iperboliche e ben poco credibili acrobazie, non solo narrative, che lasciano il tempo che trovano. Se nella prima stagione si veniva catapultati in una spirale crudele e senza scampo che precipitava i protagonisti dritti all’inferno, in questa seconda tutto appare più artefatto e fasullo. Il ritmo tiene, i ripetuti colpi di scena non mancano, gli interpreti funzionano a dovere, ma si vede che la mano è cambiata. Lo stile si fa ridondante e sovraccarico.

L’asciuttezza nerissima, brutale e persino dolorosa del miglior polar europeo lascia spazio al fracasso esagerato, inverosimile e anche un tantino ridicolo dell’action americano. Un vero peccato.

L’ultima sequenza prelude ad una terza stagione che, secondo le parole di Jean Hugues Anglade dovrebbe essere l’ultima. Dopo il passaggio su Fox Crime, la seconda stagione sarà trasmessa su Rai 4 dal 18 marzo in seconda serata.

Qui di seguito il riassunto in originale della prima puntata della seconda serie.

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