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The Iris Affair

1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Iris Affair

di mck
6 stelle

Casu marzu vegano.

 

Dopo - elencandoli in ordine qualitativo decrescente - “Ripley”, “The White Lotus: Sicily”, “Catch-22”, “Hannibal” e “Master of None”, ai quali aggiungerei financo, per amor di completezza, “Emily in Paris” e “Hotel Costiera”, più la partecipazione speciale della sezione Lido di Ostia di “I May Destroy You”, mentre altri me ne saranno sicuramente sfuggiti di titoli seriali ambientati almeno per un’intera stagione in Italia, quel guazzabuglio caciarone di “The Iris Affair” s’inserisce a mezza via, ovvero attestandosi più sul decente che sull’indecente, nel piattaformico filone recente della categoria “pro-loco belpaesica” (dislocando il Corviale a Tor Bella Monaca, ma va beh), non disdegnando affatto pure quello del «Se una serie straniera è girata anche solo in parte in Italia allora cazzo bisogna infilarci per forza “Gloria” (seconda solo a “Ti Amo” e “Stella Stai” in quanto a pervasività S.I.A.E.sca) di Umberto Tozzi che se no lui piange, ovvero: sono contento se Umberto Tozzi diventa sempre più ricco, ma dopo “Flashdance”, “Gloria”, “Wolf of Wall street”, “Tonya”, “Gloria Bell”, “Eric” e “Speak No Evil” vorrei non ascoltare più in vita mia quella gradevole canzone di merda.»

 


Detto ciò, “The Iris Affair” è anche l’epitome dell’enciclopedico manuale dello Spreco di Possibilità applicato a uno dei soggetti più (specialmente, ma comunque aleatoriamente, prima nelle premesse stesse della serie e poi nel lungo episodio finale) Hard-SF (conditi con una valangata di facilonerie sceneggiative, registiche ed attoriali da galera) in contesto mainstream recenti.

Bella l’ideuzza costruita sul Deinococcus radiodurans, mentre per contro il rapporto di causa ed effetto tra Sigmund Rascher (esperimenti di decompressione con cavie umane) e la N.A.S.A. (programma Apollo) rasenta la vaccata sesquipedalica, se non la pura idiozia.

Probabilmente quel MacGuffin (fortunatamente) mancato ch’è il computer quantistico topologico al centro della vicenda l’avrebbe scritto e diretto (ma interpretato, nonostante tutto, e allo stato dell’arte, no) meglio questo Souvenir d’Italie con vista sul Vuoto del Boote, questo casu marzu vegano, chissà. Di certo il dubbio che in alcune parti si sia ricorso all’aiuto di un I.A. generatrice di testo e di messa in scena è lecito. E sarebbe persino – sarcasmo “ON” – un’attenuante, perché se certe cose sono frutto dell’intelligenza umana, beh, allora: aiuto.

 


Le premesse non erano completamente a sfavore: il creatore, sviluppatore e principale sceneggiatore (gli altri due sono Susan E. Connolly e Ian Scott McCullough) della serie prodotta da Fremantle, Wildside e Sky, che distribuisce, è Neil Cross (che, a parte “Luther”, è stato soprattutto il co-ideatore di un progetto interessante e sui generis come “The Mosquito Coast”), i due attori principali sono Niamh Algar (“Without Name”, “Pure”, “The Virtues”, “Raised by Wolves”, “Censor”, “Run”, “the Wonder”) e Tom Hollander (“Gosford Park”, “The White Lotus: Sicily”), con Kristofer Hivju ("Game of Thrones"), Maya Sansa, Marco Leonardi, Harry Lloyd e la veterana Angela Bruce al loro fianco, e i due registi sono Terry McDonough (ep. 1-4; “Breaking Bad”, “Halt and Catch Fire”, “The Expanse”, “Better Call Saul”, “Killing Eve”) e Sarah O’Gorman (ep. 5-8), m’alla fine, tirate le somme, nonostante lo spunto…

- - - - - INIZIO SPOILER - - - - -

- Il nostro cosmo è una singola bolla in un infinito quanto di schiuma. Ogni bolla un universo diverso. A volte, queste bolle si scontrano… e talvolta queste collisioni lasciano una sorta di livido nel tessuto della realtà. Un luogo impalpabile.
- Stiamo parlando del Vuoto del Boote, vero? Trecento milioni di anni luce di nulla.
- Un portale per un cosmo che esisteva prima della nascita del nostro. Da cui sente i sussurri di un'epoca precedente, di un'altra civiltà… come attraverso una parete divisoria.
- Sussurrando cosa?
- L'unico messaggio universale. L'unico desiderio condiviso da tutti gli esseri viventi. "Non lasciarmi morire." Immagina cosa significhi essere loro. Hanno miliardi di anni alle spalle… ma niente in vista tranne l’estinzione. Stanno assistendo alla morte del loro intero cosmo. Ma le loro idee, la loro cultura, i loro ricordi… possono salvarsi e sopravvivere, andandosene altrove. Quindi codificano il messaggio nello spazio-tempo di un nuovo universo. Questo universo. E alla fine, questo messaggio contiene tutte le informazioni necessarie per riportarli indietro… Tutto ciò che erano, tutto ciò che vogliono essere di nuovo. Di ritorno dalla morte. Questo è lo scopo del dispositivo: riportarli indietro. Qui.
- E noi? Cosa accadrà a noi?
- Ci annienteranno.
- Quanto tempo abbiamo?
- Ah… Avevo pensato di aver sentito la voce di Dio, Iris, ma non lo era. È l'Anti-Dio! L'Anti-Dio!

- - - - - FINE SPOILER - - - - -

…fantascientifico duro e puro, qualquaglia non cosa.

 

 

Facezia: il dismesso AcquaPiper (1990-2014) di Guidonia Montecelio, già set, quand'era in funzione, di "Viaggi di Nozze", compare qui - dopo essere stato, come conseguenza dell'ultimo passaggio di proprietà "riqualificativo", presenza scenica in "Guida Romantica a Posti Perduti" e "Il Materiale Emotivo" - quale rimarcabile location "post-apocalittica" alla "Padania Classics" in salsa Agro Romana Tiburtino-Prenestina. Mentre il "Wowterworld" (cit., sic!) di "The Bad Guy" è interpretato dall'Atlantica di Cesenatico. E direi che con quest'ultima quisquillia & pinzillacchera l'innecessaria parentesi & postilla "Parchi Acquatici" termina qui.

 


* * ¾ (***)  

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