1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie
L’Eternauta, serie Netflix tratta dal celebre fumetto argentino, unisce fantascienza e allegoria politica. Ambientata in una Buenos Aires colpita da una nevicata tossica, esplora paura, isolamento e resistenza. L’adattamento attuale restituisce con forza il significato originario di denuncia sociale.
La serie raggiuuge il suo scopo spettacolare perché è un'opera inquietante che narra come un'apocalisse modiale sia vissuta a Buenos Aires, con una narrazione che segue un gruppo di amici sorpresi da una nevicata tossica e costretti a lottare per la sopravvivenza in una città isolata. La serie si fa apprezzare per la sua capacità di evocare tensione e atmosfera, soprattutto nelle prime puntate e per la rappresentazione di forze oppressive invisibili che vengono pian piano svelate.
L’Eternauta si configura come iterazione apocalittica con una discreta originalità; si propone come una trasposizione dell’opera grafica fumettistica che ha costituito uno dei testi fondativi del genere fantascientifico in ambito latinoamericano. Il fumetto, pubblicato per la prima volta nel 1957 e poi reinterpretato nel 1969 dallo stesso autore, Héctor Germán Oesterheld, in chiave più apertamente allegorica rispetto ai regimi militari, ha esercitato una profonda influenza nella cultura argentina e anche oltre, diventando un punto di riferimento nella fantascienza impegnata internazionale.
L’adattamento seriale prodotto da Netflix trasporta la narrazione in un presente contemporaneo, mantenendo però intatta la struttura originale: un gruppo di amici di Buenos Aires viene colto all’improvviso da un evento atmosferico letale — una nevicata tossica — che li costringe a barricarsi in casa, separati dai propri affetti e proiettati in una realtà sconvolta. I rapporti interpersonali si logorano rapidamente, soprattutto quando Alfredo, figura razionale e cinica, propone un piano di sopravvivenza che mette in crisi ogni dinamica comunitaria: "In questo momento, siamo tutti estranei", afferma emblematicamente.
I primi episodi adottano un ritmo deliberatamente dilatato e forse troppo lento, che può risultare esigente allo spettatore, ma riescono a trasmettere con efficacia un senso di disorientamento e tensione crescente. A differenza di molte opere post-apocalittiche, che collocano l’azione in un futuro già compromesso, L’Eternauta ci immerge nel momento esatto in cui l’ignoto si manifesta, quando la minaccia è ancora indefinita e l’orrore mantiene un carattere inaspettato.
Il personaggio di Juan Salvo assume un ruolo centrale nel momento in cui abbandona il rifugio per cercare risposte e, soprattutto, la figlia scomparsa. Le sue peregrinazioni in una Buenos Aires trasfigurata — protetto solo da una rudimentale tuta isolante — coniugano una dimensione di paura viscerale a un’estetica di cupa bellezza. All’interno del rifugio, lo scenario distopico viene talvolta rischiarato da episodi di solidarietà e tenerezza, benché i caratteri dei singoli personaggi restino spesso abbozzati, più archetipi che individui complessi.
A dominare la narrazione è una presenza invisibile ma costante: un’entità che agisce senza mostrarsi apertamente, e la cui elusività ne amplifica la carica simbolica. Queste forze esterne, silenziose e pervasive, assumono il valore di metafora politica, richiamando l’oppressione sistemica e clandestina dei regimi autoritari. Non è un caso che lo stesso Oesterheld, autore dell’opera originale, fu vittima della violenza di stato: rapito e fatto sparire insieme alle sue figlie durante la dittatura militare argentina negli anni ’70.
L’Eternauta, in questa nuova versione, si afferma così come un'opera che, pur immersa nella fantascienza, parla al presente con forza e urgenza, riaffermando il valore del genere come strumento di indagine del reale. A questa prima stagione assegno un voto di 6/10.
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