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Monsieur Spade

1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Monsieur Spade

di mck
8 stelle

“L’ironia quale forma preferita di giustizia.”

 

 

Scriveva Eric J. Hobsbawm (1917-2012), nel primo capitolo di “Il Secolo: uno Sguardo a Volo d’Uccello”, la lunga introduzione a “The Age of Extremes: the Short Twentieth Century, 1914-1991” del 1994 (“Il Secolo Breve, 1914-1991: l’Era dei Grandi Cataclismi”, Rizzoli, 1995), che «chi come me abbia dovuto rispondere alla domanda, mossagli da un intelligente studente americano, se la locuzione “seconda guerra mondiale” significasse che c'era stata anche una “prima guerra mondiale”, è ben consapevole che non si può dare per scontata la conoscenza dei fatti anche più elementari della storia del nostro secolo», e pure se questi ammeregani (aka statunitensi, qui ripresi ancora ben in sella al comando del mondo) portassero il nome dei laureatissimi creatori, sviluppatori, sceneggiatori e (con Barry Levinson) produttori Scott Frank (florido-californiano autore degli script di “Little Man Tate”, “Minority Report” e “the Interpreter”, più - da Elmore Leonard - “Get Shorty” e “Out of Sight”, e quelli di “the LookOut” e - da Lawrence Block - “A Walk Among the TombStones”, che ha anche diretto, così come - per arrivare ai capolavori - “Godless” e “the Queen’s Gambit”, in attesa di “Department Q”), anche regista di tutti e 6 gli episodi da 45/65 minuti circa l’uno prodotti da AMC & Canal+ e distribuiti nel 2024, e Tom Fontana (newyorkese colonna portante di “Homicide: Life on the Street” e poi demiurgo della serie capostipite della Terza Golden Age della Complex/Peak/Prestige TV, “Oz”), beh, che la nascita dell’OAS (Organisation de l’Armée Secrète), organizzazione terrorista paramilitare dellestrema destra colonial-nazionalista francese nata per impedire lindipendenza dell’Algeria, venga anticipata di un lustro, dal 1961 al 1956 (la marcetta che sempre in quel contesto algerino fischietta Philippe Saint-André invece è da intendersi come la “Colonel Bogey March” del 1914 e non la “the River Kwai March” del film di David Lean distribuito l’anno successivo), rientrerebbe nell’ambito della tolleranza da applicare a una media/norma così superficiale (mentre il massacro di 6 - sei - suore, un caso di cronaca che avrebbe a suo modo “cambiato” la storia della Francia contemporanea e che sarebbe stato secondo solo a quello delle martiri di Compiègne, le 16 monache carmelitane scalze arrestate e condannate durante il Terrore per aver rifiutato di rinunciare al loro voto monastico e poi ghigliottinate il 17 luglio 1794, ovvero il 29 di Messidoro dell’Anno II del Calendario Rivoluzionario, è ovviamente il finzionale elemento WTF dell’intera vicenda). Per il resto, però, gran serie questa “Monsieur Spade”!

 


- La guerra ha cambiato molte persone.
- Pochissime in meglio.

Dopo Ripley (italico neo-noir storico-psicologico) di Steven Zaillian (che con Scott Frank aveva collaborato per il succitato film di Pollack) e Sugar (losangelino neo-noir SF-mistery) di Mark Protosevich, questa “Monsieur Spade”, bucolico-sonnolenta serie old noir storico-“politica” post-Dashiell Hammett (e Raymond Chandler, Mickey Spillane, James Ellroy, Jim Thompson, Don Winslow, Derek Raymond, Charles Willeford, Cornell Woolrich, David Goodis, James M. Cain, Joe Lansdale, Edward Bunker, Fredric Brown, Walter Mosley, Percival Everett, George Simenon, Jean-Patrick Manchette, Jean-Claude Izzo, Giorgio Scerbanenco, il già menzionato Elmore Leonard e “poi” Cormac McCarthy), completa/chiude un’ideale trilogia hard boiled sui generis costituitasi casualmente conferendo un ultimo (?) capitolo (e una discendenza) a Sam Spade seguendolo nel suo buen retiro occitano (renderlo provenzale sarebbe stato troppo banale? È un po’ come se proprio lo stesso Ripley fosse finito nelle Marche out-of Conero invece che sulla Costiera Amalfitana) in quel di Bozouls, Aveyron: al riparo nel canyon a ferro di cavallo formato da un’ansa scavata dal fiume Dourdou de Conques nel Massiccio Centrale: i meandri della vita (alla fine, in quanto a complicatezza, siam più dalle parti di “the Big Sleep” che di “the Maltese Falcon”).

 


“Ho smesso di guardare specchi e calendari tanto tempo fa.”

Ma Clive Owen (Sam Spade) è comunque un bell’uomo (“Gosford Park”, “Closer”, “Inside Man”, “Children of Men”, “the Knick”, “Guida Romantica a Posti Perduti”, “A Murder at the End of the World”) che a 60 anni suonati non rinuncia a far vedere più e più volte il sodo popò prima di tuffarsi in piscina così come gli ha insegnato il suo più grande (e ultimo?) amore (Chiara Mastroianni: “Prêt-à-Porter”, “Trois Vies et une Seule Mort”, “Nowhere”, “le Temps Retrouvé”, “la Lettre”, “le Parole di Mio Padre”, “les Bien-Aimés”, “Marcello Mio”) prima di andare a morire altrove, lontano, come fanno certi animali domestici, alcune volte.

Completano il cast una giovane e brava Cara Bossom (“Deep State”, “Radioactive”), un’affascinante Louise Bourgoin (“the Romanoffs: the Violet Hour”), un solido Denis Ménochet (“Inglourious Basterds”, “the French Dispatch”, “As Bestas”, “Beau Is Afraid”) e poi Caroline Silhol, Rebecca Root, Clotilde Mollet, Matthew Beard, Jonathan Zaccaï, Stanley Weber e Oscar Lesage.

Fotografia di David Ungaro (“Mary Shelley”, “the Owners”), montaggio di François Gédigier e musiche di Carlos Rafael Rivera (sodale di Scott Frank da “Godless”, passando per “the Queen’s Gambit” e giungendo al prossimo “Department Q”, e poi “Hacks” e “Lessons in Chemistry”).

 

 

- What part of Canada are you from exactly?

- The South.

- I'm guessing somewhere below Niagara Falls.


In conclusione, al netto di qualche dispositivo tipicizzante di troppo (ad esempio, a parte il bambino-MacGuffin, il momento “neorealismo surrealista à la Taviani’s” durante la belvederica esecuzione collettiva – tra “Allonsanfan” & “la Notte di San Lorenzo” e la cartoonesca morte del commissario Cattani ne “La Piovra” – del primo marito di Gabrielle nell’immediato dopoguerra, quando in vece del Sud America ad accoglierlo saranno le precipitevolissimevoli gole del Dourdou de Conques di poco a monte del Gourg dEnfer, e poi il Lot, la Garonne e infine latlantico Golfo di Biscaglia), “Monsieur Spade” riesce a mettere in scena… un’uscita (?) di scena, e lo fa col giusto stile non fine a sé stesso, utilizzando anche, nello scempio perpetrato dall’Umana Storia, “l’ironia quale forma preferita di giustizia”. (Teresa - da Bozouls, Parigi o la Provenza - son certo che approva.)

* * * ¾ (****)

 


Postilla.
Sam Spade by Dashiell Hammett (e dintorni):
- “the Maltese Falcon” di Roy Del Ruth con Ricardo Cortez del 1931;
- “Satan Met a Lady” di William Dieterle con Warren William e Bette Davis del 1936 (apocrifo);
- “the Maltese Falcon” di John Huston con Humphrey Bogart, Mary Astor e Peter Lorre del 1941;
- “the Black Bird” di David Giler con George Segal del 1975 (sequel-parodia);
- “Murder by Death” di Robert Moore & Neil Simon con Truman Capote, Peter Sellers, Alec Guinness, David Niven, Peter Falk, Maggie Smith ed Elsa Lanchester del 1976 (parodia);
- “the Strange Case of the End of Civilization as We Know It” di Joseph McGrath con John Cleese del 1977 (parodia);
- “Monsieur Spade” di Scott Frank & Tom Fontana con Clive Owen e Chiara Mastroianni del 2023 (sequel apocrifo);
- “Shadow Man - the Life of Dashiell Hammett” di Richard Layman del 1981 (Sartorio, 2006; Mondadori, 2010);

- “Hammett” di Wim Wenders (e Francis Ford Coppola) con Frederic Forrest del 1982.

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