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Painkiller

1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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John_Nada1975

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La recensione su Painkiller

di John_Nada1975
7 stelle

Queste serie di oggi le più riuscite e "Painkiller" è come la "gemella" "Dopesick" -una delle migliori- danno un quadro della società capitalistica americana spesso come qui, veramente rivoltante e disgustosa oltre misura, e la gente sta a guardarle pure nelle loro piccole vite ininfluenti e insignificanti, come forma di distrazione e divagazione. Sarebbe impossibile però fare una serie tv così in Italia, già detto e lo ribadisco, laddove chi conta e comanda si conosce l'un con l'altro, e si teme e ricatta.

La Purdue ha cambiato nome dal 2021, e l'anno scorso è andata in una sorta di bancarotta controllata con il Governo, mentre i padroni spesso ebrei i quali si vedono anche nella serie e senza alcun nome cambiato, non sono per adesso riusciti a fare un accordo separato per mettersi al riparo dalle continue richieste di risarcimento civile, che in forma liquidata due anni fa sulle casse della compagnia, ne hanno decretato il fallimento per miliardi di dollari. Particolarmente disgustosa la informatrice del farmaco aggressiva e arrivista. Così come si nota subito che i religiosi in genere vengono descritti come subnormali, con il risultato controproducente per gli autori certamente "liberal", che queste serie portano brancate di voti al loro arcinemico Trump.

Visto che poi sono anche ambientate e trasposte nelle aree depresse minerarie e siderurgiche, della steelbelt, che lo ha votato nel 2016 il corto circuito catalizzatore è completo.

Sono anche un pò troppo prolisse, un film basterebbe per dire tutto quello che ci mettono in 6 episodi, comunque bella la legnata data nell'ultimo episodio- il sesto- a Rudolph Giuliani e la sua telefonata notturna alla Casa bianca.  D'altronde è un avvocato e consigliere per la giustizia di Trump. E però è vero, è stato avvocato della Purdue, innegabile e che tra le principali macchie, gli ha impedito di fare il ministro della giustizia trumpiano, come peraltro avrebbe ambito.

Peter Berg è allievo seppure un poco scapestrato, di Michael Mann, un pò comunque si vede.

Il primo episodio di "Painkiller" ha dunque dei momenti notevoli e dà maggiore spazio alla nascita dell'Oxycondin e del suo fondatore e creatore nientemeno che del Valium ("la lobotomia in pillole"), già chirurgo psichiatra fautore delle lobotomie negli anni '40. Broderick fa un Robert Sackler maggiormente chiaro nelle sue esperienze formative grazie proprio al fantasma dickensiano e "super-Io" del padre che continuamente gli appare per provocarlo, e/o risvegliarlo e spronarlo.

Più spettacolare della curiosamente "gemella" miniserie di Barry Levinson, ci fa vedere come detto anche il "prima" del Valium altro veleno, e di Arthur Sackler il fondatore.

Psicochirurgo delle lobotomie, e  elettroshock alla scuola cassianana. E Broderick è giusto rimarcarlo, bravo più istrionico di Schulbarg come Robert, Sackler.

Berg è più "alla Mann" appunto, quindi spettacolarizzata e "urlata", survoltata, però anche "Painkiller" è lontana dall'essere una brutta serie.

Bellissimo e grottescamente drammatico r comico assieme, quando Arthur Sackler va in ospedale con l'infarto fatale, e seguendo la trafila non gli danno retta, quindi muore; Più caricaturale la nera,  In linea con i personaggi black di adesso. Difficili caratteri, personalità particolari, estreme, ossessive, ma di genio quindi simpatiche ecc.

Impagabile segno dei tempi la totale assenza d insulti sessista come dicono oggi, alle rappresentanti del farmaco d'assalto vestite da battone, quando si presentano di nuovo dal medico da loro corrotto in ogni modo anche "saltando sul suo uccello"(cit. dei dialoghi originali), per fare più prescrizioni e posologie alte possibili), quindi duramente contestato da manifestanti con cartello all'esterno, che hanno amici o parenti morti, in galera, o pesantemente dipendenti quindi rovinati in ogni loro aspetto. "Guarda chi viene, sta arrivando, andate via non vi vergognate, spacciatrici in gonnella!"

Siamo sicuri che in una simile reale situazione, gli insulti sarebbero stati così all'acqua di rosa, al loro indirizzo? Ridicolaggine dettata dai tempi che insultare in un certo modo una donna, viene quasi equiparato alla violenza carnale da certo rigido manuale censorio.

 

John Nada

 

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