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Inside Man (2022)

1 stagioni - 4 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2022-2022
  • 4 episodi

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mck

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La recensione su Inside Man (2022)

di mck
7 stelle

Attraente (perché profondamente disturbante) e irritante (perché gratuitamente sovr'arzigogolata).

 

 

Inside Man” è un mini-serial (4 ep. da poco meno di 1 ora l’uno) dicotomico molto buono che poteva essere un capolavoro [e a Steven Moffat, grande artigiano (autore di Coupling, Doctor Who, Sherlock, Dracula e the Time Traveler’s Wife), ancora manca quel tassello nella carriera], ma che, per l’appunto, dopo un primo paio di puntate più che ottime, che fanno star male fisicamente lo spettatore per il risucchiante gorgo di distruzione centripeta nel quale inesorabilmente si sprofonda risucchiati e per lo spiraliforme gnommero indistricabile di estemporanee decisioni auto-distruttive prese una dopo l’altra senza soluzione di continuità dalle quali si viene avvinghiati in un’escalazione annichilente, passa ad un dittico finale in cui è il già citato creatore e sceneggiatore unico Steven Moffat ad esser preda della sua stessa tela di ragno nella quale ad ogni intersecazione dei fili di seta ha posto un ingranaggio, un trabocchetto, un dispositivo, un varco e/o una perturbazione nella trama della quotidianità: può un’architettura così complessa essere disinnescata da una semplice porta in legno massello che non può in alcun modo creare un’insonorizzazione talmente completa da rendere quella cantina perfetta come sala prove per i Deep Purple facendo così interrompere il flusso di corrente che alimentava la sospensione dell’incredulità? Certo che sì. Ma… poco male. Poco male? Poco male: perché oramai il domin(i)o costruito, pur sgretolandosi, con la forza motrice della rilasciata inerzia accumulata si erge sulle macerie in farsi (ed una morte inaccettabile, per altro realizzata sfruttando un inflazionato - e quindi riconoscibile troppo in anticipo - modus operandi tecnico che se non ne smorza… mi si perdoni la metafora fuori luogo… l’impatto, di certo ne svilisce un po’ l’essenza, ed è un vero peccato perché poco prima di questa vi è la scena dell’assalto con il coltello per il pane accompagnato dal suono della lama - che, brandita, fende l’aria - prodotto, letteralmente… “Whoosh! Whoosh!”… pronunciandolo, che n’è l’esatto contraltare: talmente sgangherata da risultare credibilissima) in tutta la sua devastazione: Steven Moffat è un dio crudele (lasciando da parte la morale, la sua è più un’etica tarantiniana che p.t.andersoniana).

 

 

Regìa di Paul McGuigan (the Acid House, Gangster No. 1, Sherlock).

 
Cast formidabile: David Tennant (Harry; oltre alla 10ª reincarnazione del Dottor Who: “L.A. Without a Map”, “BroadChurch”, “Camping U.S.”, “Good Omens”, “Des”), Stanley Tucci (Jefferson; in un ruolo hanniballecteriano post-“the Lovely Bones”), Lindsey Marshal (Mary; Cleopatra in “Rome”, e poi “the Hours” e “HereAfter”); Dolly Wells (Janice; “Morvern Callar”, “Some Girls”, “Dracula”); Lydia West (Beth; “Years and Years”); Dylan Baker (il direttore della prigione); Atkins Estimond (Dillon, vicino di cella di Jefferson nel Death Row / Braccio della Morte); Louis Oliver (Ben, il figlio di Harry e Mary, e di Moffat/Vertue); Kate Dickie (Morag: diminutivo del nome proprio femminile scozzese Mór e mostro lacustre del Loch Morar delle HighLand; “Red Road”, “Game of Thrones”, “Prometheus”, “the VVitch: a New England FolkTale”, “the Green Knight”, “the NorthMan”); Mark Quartley (Edgar, un sacrestano); Tilly Vosburgh (l’anziana madre di Edgar); Boo Golding (una detective).


Fotografia di Tony Slater Ling (ShameLess U.K.), montaggio di Steve Ackroyd e Berny McGurk, musiche di David Arnold (“Little Britain”, e compositore di fiducia di Steven Moffat).
Producono HartsWood Film (Steven Moffat e Sue Vertue) e BBC Studios e distribuiscono BBC One & Netflix.

 

 

Siamo tutti potenziali assassini: ci servono solo una buona ragione e una brutta giornata.
(Jefferson a Beth)

- È l’unica cosa giusta da fare, e quindi la faccio. Stiamo facendo la cosa giusta. Dobbiamo farlo. Sono un fottuto vicario!
- E un marito. E un padre. Ma no, a te importa solo di quella stupida favoletta a cui fingi di credere ogni domenica.
- Tu pensi che io faccia finta? La verità su quella stupida favoletta…
- No, non dirlo. Non m’importa.
- …è che il cristianesimo è l’unica religione al mondo in cui Dio alla fine muore. La gente dice di essere cristiana, eppure, sai, non la vedi, mai, inchiodata ad alcunché.
- Tesoro, non muore: poi torna.
- Quella è la speranza.
- È la favoletta. E Gesù non aveva figli.
(Harry e Mary)

 

Il problema con te è che essendo intelligente credi che tutti gli altri siano stupidi.
(Mary a Janice)

 

 

Il caos organizza cattività irrimediabile & cattiveria forzata e allestisce sacrificio & sacrilegio.

 

Si sommano diverse prospettive di carcerazione, s'accumulano differenti possibilità di detenzione.


Attraente (perché profondamente disturbante) e irritante (perché gratuitamente sovr'arzigogolata): una seconda stagione è necessaria, e pure una terza.

 

* * * ½/¾ - 7.25     

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