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Monterossi – La serie

2 stagioni - 11 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2022-2022
  • 6 episodi

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mck

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La recensione su Monterossi – La serie

di mck
8 stelle

Questa versione fighetta da apericena de "l'Alligatore" avvince e convince. (E comunque se critichi Foppolo perché ti avevano promesso Cortina o Cervinia ti meriti San Simone. Che ad ogni modo c'ha il suo perché, suvvia.)

 

 

Dentro e fuori dalla Cerchia dei Bastioni/Navigli, dalla “City” - attraverso le mura romane, medievali e spagnole, passeggiando per il Monumentale (colpo di scena telefonatissimo, ma ben svolto), e oltrepassando le circonvallazioni e il GRA delle tangenziali - verso la Brianza (Cantù, Meda, Seveso, e pure Garbagnate, toh), e l’infinito: Milano e dintorni raccontati per lo più bene, o per lo meno molto meglio della media, non tanto per il contrasto - già estremizzato/enfatizzato da Adriano Celentano e Milo Manara in “Adrian” - fra l’onnipresente skyline postmoderno e retrofuturistico (dal Centro Direzionale del Progetto Porta Nuova - fra il quartiere Isola e le stazioni Centrale e Garibaldi, il Bosco Verticale di Boeri e l’agorà rialzata di piazza Gae Aulenti - alla CityLife del Portello con Isozaki, Hadid e Libeskind che espungono dall’orizzonte il Duomo, il Pirellone e la Torre Velasca) e la Mediolanum dei portoni, dei cortili e delle fornaci, quanto per… quel qualcosa (oltre a Bob Dylan, ché da quando l’intero catalogo zimmermaniano è in mano/tasca alla Universal...), nell’aria: questo innanzitutto caratterizza “Monterossi”, la serie prodotta dalla Palomar (Carlo degli Esposti e Nicola Serra) e distribuita da Amazon, scritta (con Davide Lantieri – collaboratore abituale del regista e co-sceneggiatore di “Dieci Inverni”, “l’Intrepido” e “il Colore Nascosto delle Cose” – e lo stesso autore della saga di romanzi originali - ad oggi 8, oltre a tre racconti - alla base del tutto – in questa prima stagione bipartita vengono traslati il primo, “Questa non è una Canzone d’Amore”, ep. 1-3, e il terzo, “Di Rabbia e di Vento”, ep. 4-6 –, che l’ambiente della televisione – il secondo contesto, dopo quello della Città e prima di quello delle Forze dell’Ordine, che alimenta la serie – lo conosce bene, pure troppo, ovvero l’ottimo Alessandro Robecchi, il Giorgio Scerbanenco ai tempi dei monopattini elettrici) e diretta dal pisano (londinese-romano) Roan Johnson (“i Primi della Lista”, “Fino a Qui Tutto Bene”, “i Delitti del BarLume”, “Piuma”, “la Stagione della Caccia”, “la Concessione del Telefono”, “State a Casa”).

 

locandina

Monterossi – La serie (2022): locandina

 

Poi, gli attori. Dai protagonisti a quelli secondari – Fabrizio Bentivoglio (Salvatores, Soldini, D’Alatri, Luchetti, Capuano, Calopresti, Angelopoulos, Bellocchio, Mazzacurati, Rubini, Sorrentino, Avati, Virzì: quella faccia lì: giusta, perfetta, vera), Diego Ribon (dal profondo Veneto al meneghino purissimo, fra molta tv e soprattutto un sodalizio artistico cinematografico con Alessandro Rossetto: “Piccola Patria”, “Effetto Domino”, “the Italian Banker”), Tommaso Ragno (a teatro con Ronconi, Cecchi, Martone e Dante, e poi tv – “il Miracolo”, “Fargo 4”, “Anna” – e cinema: “l’Uomo Privato” e “il Consiglio d’Egitto” per Emidio Greco, e poi “Lazzaro Felice”, e più recentemente “Tre Piani”, e qui semplicemente fantastico col “suo” Carella in odor di apulico-molisane “macchioline d'olio sul bavero”), Martina Sammarco, Luca Nucera, Marina Occhionero, Maurizio Lombardi & Gabriele Falsetta (la coppia di mercenari ambrosiani, che meriterebbero uno spin-off), Donatella Finocchiaro, Beatrice Schiros, Alessandro Federico, Gianni D’Addario & Ilir Jacellari (la coppia di mercenari sinti), Maria Paiato, Miriam Previati, Roxana Doran, Fulvio Milani, Corrado Giannetti, Bed Cerchiai, Claudia Gambino, Alberto Brosio, Mariangela Granelli, Silvia Briozzo, Gianluca Gambino – ce ne fosse uno - dico: uno - che reciti male. Persino Michele Bravi non è performativamente stonato, mentre al giovane e già ben impostato Maxim Gallozzi forse si chiede un po' troppo (interpretare un sinti: pur italiano, ma con relativo accento) e Carla Signoris ha l’arduo compito di portare in scena una via di mezzo fra Barbara D’Urso e Maria De Filippi.

 

 

Fotografia: Federico Annicchiarico. Montaggio: Paolo Landolfi e Davide Vizzini. Musiche: Ralf Hildenbeutel.


- Ci eravamo detti o no “A fine giornata dobbiamo poterci guardare ancora allo specchio”?
- Ma è un nazista! Ma più di così cosa vuoi trovare?
- Quello va bene! Ma chi ci sta chiedendo di ammazzarlo è pure peggio però! Cioè, stiamo facendo un favore a uno che è peggio di un nazista!
- Va bene! Se proprio ci tieni, ammazziamo anche lui! Va bene? Però dopo che ci ha pagato.

Più “leggera” de “l’Alligatore” di Vicari e Scaringi (“ma” lì, alla radice, c’è Massimo Carlotto), “MonteRossi” comunque avvince e convince: * * * ¾.       

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