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Sweet Tooth

3 stagioni - 24 episodi vedi scheda serie

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La recensione su Sweet Tooth

di mck
7 stelle

Questa è una Storia, ovvero: il Sacrificio del Cerbiatto Sacro.

 

“Mad Max meets Bambi”, dice. Beh, sì.

 

“People are the desease. The Sick is the cure.”

"See you later, alligator!", dice. Ah già, no.
Va beh, ragazzo camaleonte e ragazzo coccodrillo, a chi tocca nun se ‘ngrugna, dai! D’altronde non siete pucciosi cerbiatti dagli occhi a manga, tenere scimmiette dalla coda prensile o coccolosi castorini scava-scava: la Natura vi ha fatto rettili squamosi, statece!

 


Per questo (vale a dire: vivisezionare un bambino-rettile è molto meno shockante che vivisezionare un bambino-bambi), e per via del fatto che la sceneggiatura fa dire a Birdie che l’HPS (la sindrome di Hermansky-Pudlak, una malattia genetica) colpisce l’1% della popolazione e non, com’è in realtà, da una persona su 500.000 a una su 1.000.000 [per forza di cose all’Istituto di Virologia di Wuhan, pardon, ai Fort Smith Labs, ha(nno) combinato un gran casino coi carotaggi artici incubatori di H5G9, le zoonosi spilloveriche e le ibridazioni evolutive], e soprattutto perché la serie promana un costante, se pur non dirompente, declino lungo le tre stagioni attraverso le quali si dispiega per un totale di 24 episodi, con man mano e via via un sempre più incontrollatamente reiterato abuso e sovrautilizzo pesantemente banale (ed è certo, per quanto concerte l’ultim’ottetto di puntate, un problema di copione, però altrettanto sicuramente la recitazione in generale non aiuta, mentre la regìa dal canto suo non riesce per altre vie a sopperire alle mancanze poco fa esposte, ma anzi, in alcune scene di azione, scade nel ridicolo involontario) di usura(n)ti e fiacco-stracchi dispositivi (narratologici e caratterizzator-comportamentali) retorici semplicistici (ed è un vero peccato!), non vado oltre (nonostante la presenza nella terza annata di Cara Gee - la Camina Drummer di “the Expanse” - dotata di arpione fiocinabalene!) il ***½ - 7.00 di media con “Sweet Tooth”, la serie Netflix creata, sviluppata, co-sceneggiata e co-diretta (con Toa Fraser, Ciaran Foy, Robyn Grace, Carol Banker ed altri) da Jim Mickle (quello degli adattamenti di “Cold in July” e “Hap and Leonard” da Joe R. Lansdale) traendola (ingentilendone il tratto, ma "non" poteva essere altrimenti) dall’omonima...

 

 

...serie di 40 albi a fumetti raccolti in 6 volumi pubblicata (scritta e illustrata) per l’etichetta Vertigo della DC Comics da Jeff Lemire tra il 2009 e il 2013 (più una coda, "the Return", autoconclusiva e sganciata – no spoiler – del 2020-2021, che non c’entra alcunché con la trasposizione in esame), e che di suo è un pizzico di tante cose cui si è già - per forza di… cose - assistito - quali più, quali meno - nei dintorni temporali d’un lustro: “the Last of Us”, “le Règne Animal”, “Station Eleven”, “the Road”, “the Lobster”, “Gräns / Border”, “Love and Monsters”, “Fallout”… E lo stesso, tramite Will Forte, “the Last Man on Earth”.

 


Oltre all’altalenante cast composto dal giovane protagonista Christian Convery (da “Legion” a “Cocaine Bear”) coadiuvato da Nonso Anozie (“Guava Island”), Adeel Akhtar, dall’ottima Stefania LaVie Owen ("Chance") e, per metà della prima annata, dal già citato Will Forte (“Nebraska”, “Booksmart”, “Good Boys”, “Bodkin”), ai quali si aggiungono Amy Seimetz (“Sun Don’t Shine”, “She Dies Tomorrow”), Dania Ramirez, Neil Sandilands, Marlon WilliamsAliza Vellani, Sarah Peirse, la già menzionata Cara Gee ed ultima non ultima, anzi!, la voce narrante di James Brolin, da segnalare è un non riuscitissimo impiego (e ce ne vuole!) delle “Cello Song”, “Avalanche” e “Drive” di Nick Drake, Leonard Cohen e R.E.M. (le musiche sono di Jeff Grace, le location - così come parte del cast - sono neozelandesi, e Robert Downey Jr. co-produce esecutivamente le prime due stagioni), mentre il suddetto Marlon Williams (“Bad Behaviour”) compie un piccolo miracolo (ma oramai bisognerebbe esserci abituati) con la “the Boxer” di Paul Simon intonata a cappella.

 

 

Poi, certo, punteggiantemente randomiche, ecco che compaiono qua e là, inframmezzanti il racconto, alcune riflessioni (non) banali, ma (per l’appunto) vere (e che, al solito, come sempre, non basta ascoltarle, anche se sentite e risentite sino allo sfinimento, occorre viverle per comprenderle) sulla perdita:
- Smette mai di far male?
- No.

A quanto pare, comunque, il succo è che il metodo migliore per riuscire a tenere gli oceani puliti è stato quello di liberarsi di tutta quanta la gente.

- Stag. 1 (8 ep., 2021): * * * *
- Stag. 2 (8 ep., 2023): * * * ½
- Stag. 3 (8 ep., 2024): * * *

 

Questa è una Storia, ovvero: il Sacrificio del Cerbiatto Sacro. 

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