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Il caos dopo di te

1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Il caos dopo di te

di scapigliato
8 stelle

Non si può affatto nascondere che la serie firmata da Carlos Montero e tratta da un suo romanzo sia un buon prodotto. Ben diretta – anche dallo stesso Montero, ben interpretata, ben scritta, anche se con alcune grosse scivolate. Pur non avendo letto il romanzo di partenza, quindi senza conoscere eventuali tagli, cambi, incongruenze, scelte narrative, etc., è evidente che ci troviamo di fronte ad un prodotto seriale di grande caratura. Non privo di difetti, ovviamente. Il primo dei quali è una patologia della scrittura seriale che non risparmia nessuno, né serie americane né europee, ed è il reiterato, banale e pure offensivo depistaggio sull’identità del colpevole. Ogni puntata, in molte serie televisive, propone un sospettato che poi, grazie a un twist spesso improbabile, viene nettamente scartato, riducendo sì la lista dei probabili colpevoli, ma togliendo suggestione alla trama gialla, deprivando la storia di tensione e soprattutto accorciando le distanze tra ipotesi e realtà, visto che alla fin fine rimane un solo nome. Inoltre, questa tecnica di scrittura limita moltissimo le emozioni dello spettatore sul finale della serie, o del film, proprio perché lo svelamento si condensa o nei minuti finali, concludendosi di fatto troppo rapidamente, senza thrilling né pathos (che fine hanno fatto i serrati duelli finali tra eroe e cattivo?), oppure all’inizio dell’ultimo episodio impiegando il restante minutaggio a sistemare le vite dei protagonisti. Anche El desorden que dejas soffre purtroppo di questa patologia in sede di scrittura. Ciò non toglie che la visione è attraente di suo per la bellezza delle varie regie e per la modulazione narrativa quasi sempre perfetta.

Un altro difetto è l’incapacità, o forse la paura?, di non saper, o poter?, andare oltre il visibile. Personalmente non ho mai apprezzato gli inserti onirici o allucinazioni varie in un film o in una serie. O il fantastico irrompe nella realtà “realmente”, oppure evitiamolo. Così, la pesante presenza degli incubi realistici della protagonista cozzano con l’appena accennato motivo del delitto, quella pruriginosa pornografia e prostituzione minorile appiccicata alla storia alla bell’e meglio a fare da pezza e null’altro – tra l’altro Montero non è nuovo a questo tema (Dinero fácil, con Mario Casas, 2010). Pochissimi i motivi legati che anticipano questo sconcertante segreto di paese, banalizzato dalla velocità con cui viene trattato, senza nessun approfondimento, senza alcuna perturbazione visibile, senza nessun brivido morboso. Nulla. Non basta Arón Piper di culo che si masturba sulla gigantografia della protagonista, con tanto di dettaglio sull’eiaculazione, se poi non si è pronti e capaci, soprattutto con un prodotto non generalista (?), di andare oltre. Da un lato un accumulo di sogni insertati nella visibilità del racconto e dall’altro l’occultamento sia narrativo che visivo dello scandaloso vizietto di alcuni imprenditori e politici locali.

Per il resto gli applausi sono tutti per il cast che conferma la superiorità degli attori e delle attrici spagnoli rispetto ai loro colleghi europei. Tamar Novas è finalmente utilizzato quasi quanto gli spetterebbe; Arón Piper si conferma attore fisico di gran talento e sicurezza, il cui corpo è ormai oggetto di analisi (e di desiderio) per registi, spettatori e critici; Inma Cuesta è da sempre una buona attrice, soprattutto brillante, mentre nei drammi risulta sempre abbastanza insicura e fuori luogo – qui in particolare, quando è in classe con i suoi studenti è a tratti irritante; mentre Bárbara Lennie, convidado de piedra della vicenda, è spigolosa quanto basta per definire un personaggio ambiguo, sfaccettato, che non può che destabilizzare. I coprotagonisti, chi più chi meno, sono tutti in parte, soprattutto Roque Ruiz, una bella faccia da cinema su un corpo dinoccolato e buffo che può portarlo molto lontano.

Una piccola, spietata, postilla finale: nessuno purtroppo riuscirà mai a eguagliare Twin Peaks.

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