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The Eddy

1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su The Eddy

di supadany
8 stelle

I guai hanno il brutto vizio di non venire mai da soli e di utilizzare il piccone. Ognuno ha i suoi da fronteggiare e non si fa in tempo a risolverne uno che subito ne arrivano degli altri a scombinare i conti. Alcuni sono gravi e destinati ad accompagnarci a tempo indeterminato, altri non sono altro che fastidiose/superabili scocciature quotidiane, in aggiunta possono essere attesi con angoscia o sopraggiungere all’improvviso, essere tappe più o meno obbligate (ad esempio, frutto di un percorso di maturazione) o dei fuori programma di cui si farebbe volentieri a meno.

In ogni caso, fortunatamente esistono dei sostegni ai quali aggrapparsi per non gettare la spugna e continuare a guardare in avanti con strenua fiducia, fattori di carattere umano (la famiglia, gli amici) o riconducibili ad attività che valgono oro colato.

In The Eddy, le problematiche abbondano e sono distribuite su diversi personaggi difettati, anime fragili messe duramente alla prova ma tutt’altro che disponibili a una resa incondizionata. Una miniserie intensa e volubile, che non si lascia incasellare facilmente piazzando strattonate che fanno male, un pezzo unico/pregiato che talvolta ha una navigazione offuscata/interrotta/rivedibile ma che, in compenso, vanta delle eccellenze talmente eclatanti e felicemente ricorrenti da consentirgli di prendere per mano lo spettatore e condurlo in spazi semplicemente miracolosi, di clamorosa qualità.

Elliot Udo (André HollandThe Knick, High flying bird) è un prodigio del jazz che ha smesso di suonare dopo un grave lutto e che si è trasferito a Parigi per ricominciare da zero, gestendo un locale e una band insieme a Farid (Tahar RahimIl profeta, The mauritanian), un suo caro amico.

Quando quest’ultimo viene ucciso, lasciando sola la moglie Amira (Leila BekhtiLa sorgente dell’amore, Parlami di te), Elliot scopre che il The Eddy è in grave pericolo. Per giunta, questo accade proprio quando sua figlia Julie (Amandla StenbergIl coraggio della verità, The Acolyte), con la quale non ha mai avuto un reale legame, si stabilisce da lui per cercare di cominciare una nuova vita.

Tra le insistenti pressioni della malavita e quelle non certo affettuose della polizia, Elliot cercherà di fare tutto il possibile per non perdere il locale, mentre la band che gestisce, e che vede Maja (Joanna KuligCold war, Ida) nel ruolo di cantante, nonché a lui vicina sentimentalmente, ha a portata di mano il classico treno che passa una volta sola.

 

 

Andre Holland, Leïla Bekhti

The Eddy (2020): Andre Holland, Leïla Bekhti

 

 

Creata da Jack Thorne (Adolescence, Queste oscure materie) e diretta da quattro registi tutti focalizzati sul pezzo (Damien ChazelleLa La Land, Whiplash che invero apre le danze adottando uno stile più virtuosistico/concitato, mentre Houda BenyaminaDivines, Laila Marrakchi Le Bureau e Alan PoulTokyo Vice offrono un servizio più allineato, quasi interscambiabile), The Eddy è una serie d’autore che adopera - lasciando da parte qualsiasi calcolo precotto – una linea disciplinare che affianca un dramma a più anime e il thriller, con una set list che investe parecchie e rimarchevoli energie nella definizione complessiva (una Parigi del tutto privata dell’effetto cartolina, un club che bada all’essenza) e ancora di più in quelle puntuali, per cui a volte si trasforma temporaneamente in un romanzo di formazione (vedi Julie), in cronaca sentimentale (addirittura, c’è un episodio che – con successo - la eleva a protagonista assoluta) o in un’impossibile elaborazione del lutto (con l’affranta Amira e una totale/pertinente aderenza al rito funebre).

Questo avviene all’interno di una struttura sia orizzontale, con una narrazione di base che continua a procedere, sia verticale, con ogni episodio dedicato a un personaggio, cosicché il centro di gravità – ossia, Elliot - non manca mai ma al contempo vi è un arricchimento continuo nei suoi satelliti, che si passano la palla acquisendo rilevanza e profondità.

Contestualmente, la musica è un collettore armonioso che non manca mai di farsi valere, scorrendo nelle vene e fornendo un rifugio provvisorio ma centrale/immancabile/irrinunciabile/liberatorio, fungendo da straordinaria calamita che rende giustizia al jazz, in primis per l’enorme lavoro svolto dal compositore Glen Ballard e poi in virtù di un casting che ha scovato/inserito veri musicisti, che sul palco – o per strada o in matrimonio, quando capita - s’intendono a meraviglia e che peraltro non sfigurano affatto nemmeno come attori, con alcuni di loro capaci di ritagliarsi uno spazio esclusivo (vedi Damian Nueva che addirittura dispone di un episodio incentrato su di lui).

Al contrario, la componente thriller ha spesso le polveri bagnate, con l’indagine della polizia che risulta la parte più sacrificata, schiacciata da una complessiva ridondanza, da qualche tira e molla di troppo, per giunta lo stesso capolinea è tutt’altro che totalmente risolutivo, per quanto in ultima istanza il lascito risulti chiaro e intonato con il suo asse portante, la sua predilezione naturale.

Infine, il cast poliglotta e talentuoso mostra una confidenza spontanea, al punto da risultare commovente, valorizzando tanti personaggi che hanno un vissuto meritevole di essere approfondito. André Holland si mette in gioco a 360 gradi uscendo alla grande da un’ingente mole di momenti che richiedono funzioni anche opposte (come trattenere un subbuglio interiore e poi esternare sentimenti svariati/complessi), Amandla Stenberg è un furetto che nella sua esuberanza incontenibile nasconde un dolore lancinante da superare, Leila Bekhti si guadagna la massima stima con un’interpretazione ricca di sfumature, mentre Joanna Kulig si conferma attrice coi fiocchi, in grado di calarsi nei panni di una donna combattuta così come di ben figurare quando impugna un microfono.

 

 

Andre Holland, Joanna Kulig

The Eddy (2020): Andre Holland, Joanna Kulig

 

 

In sintesi, pur non disponendo di un contagiri seriale e incappando in alcune imperizie, The Eddy ha un impasto fragrante e multiculturale, contrastato e disfunzionale, che trasuda forti emozioni sincere/viscerali, tra assoli indimenticabili e un girotondo di voci che scelgono scientemente di restare sulla stessa barca anche quando è sul punto di affondare.

Tra preoccupazioni asfissianti e obiettivi che valgono il prezzo del biglietto, rabbia e desiderio, feeling e attriti, traumi e travagli, trascorsi problematici, un presente incerto e un futuro dalla scarsa visibilità, rapsodie da pelle d’oca e black out, ricongiungimenti voluti e lutti devastanti, per una ricchezza d’impulsi che comprende sguardi fulminanti e disordini emotivi, variazioni d’umore e connessioni speciali, che rimangono appiccicate alla memoria.

Avvolgente e nervoso, intimo e travolgente.

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