L'ispettrice Raquel sa che qualcosa non va bene. I rapitori riescono sempre ad anticipare le sue mosse. Il fatto che abbiano cambiato le maschere proprio quando la polizia era sul punto di infiltrarsi tra gli ostaggi non fa altro che aumentare i suoi sospetti: significa che nella polizia c'è una spia? Quando sembrerebbe che tutto sia giunto a un punto morto, la polizia localizza la macchina con cui Tokio e Rio viaggiavano per visitare il museo quando stavano preparando il colpo. È una Seat Ibiza vecchia che Helsinki doveva aver fatto scomparire, senza dubbio, si trova intatta in uno scasso, cosa che obbliga il Professore ad abbandonare la sua tana per andare a cancellare le sue impronte. All'interno della Fabbrica del Denaro si diffonde l'incertezza, gli ostaggi e i rapitori cominciano a notare le oltre 30 ore di reclusione. Rio, il più giovane dei rapitori, è avvilito dall'aver visto in televisione i suoi genitori. I giornalisti lo hanno localizzato. Sono distrutti, non possono credere che il loro piccolo si sia convertito in un delinquente capace di sequestrare più di sessanta persone. Intanto Arturo, mentre si rimette dall'operazione per estrarre il proiettile, non smette di pensare a Monica, credendo che l'abbiano uccisa. Non riesce a fare a meno di sentirsi colpevole per essere stato quello che le ha chiesto di rubare il cellulare che conservava nel suo ufficio. Monica, intanto, continua a rimanere nascosta. La ferita alla gamba le provoca febbre niente a che vedere comunque con quello che le potrebbe accadere a lei e Denver se Berlin scoprisse che non è morta. Il Professore mette alle strette Raquel, dandole la scelta tra liberare otto ostaggi o solo Alison Parker, la figlia dell'ambasciatore. Il Professore sa che il suo successo dipende dal fatto che i cittadini li vedano come eroi e diano la colpa alla polizia di tutto quel che può andar male nel sequestro.
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