Espandi menu
cerca
The Handmaid's Tale

5 stagioni - 56 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 5

  • 2022-2022
  • 10 episodi

L'autore

mck

mck

Iscritto dal 15 agosto 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 209
  • Post 128
  • Recensioni 1066
  • Playlist 311
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Handmaid's Tale

di mck
8 stelle

"My June?!"

 

 

Col dipanarsi di questa quinta e penultima stagione la sceneggiatura collettiva di “the HandMaid’s Tale” (di cui il creatore e showrunner Bruce Miller si “limita” a scrivere pilot e final season, lasciando le restanti 8 puntate d’annata in mano ad altri 9 autori*¹) vive sempre più di momenti “What the Fuck (is going on)?!” da soap-opera all’LSD (non tanto per il contesto generale, che anzi definirei - in riferimento al teocratico rovesciamento del diritto costituzionale di abortire sancito dalla "Roe v. Wade" della Corte Suprema di oramai quasi mezzo secolo fa - “iperrealistico”, ma quanto piuttosto per i plot/character twist, per i cliffhanger e per, beh, sì, i suddetti WTF), ma ciò nonostante le si continua a “credere”: vuoi per l’onnipresente e pervasiva bravura di Elisabeth Moss*² davanti [anche se ad esempio nel 4° ep. sia lei, all’inizio, che Yvonne Strahovski, alla fine, con le prestazioni delle loro rispettive controparti antagoniste (il giustificato scatto violento d’ira di June verso una gaddiana marialuisa e il controcampo fra il pancione dell’ex Moglie ora Martha/Ancella incinta Serena e la stupida volgarità dell’indifferente malvagità della sua padrona non solo di casa, ma pure di nascitura), non vengono scritte/dirette e gestite/valorizzate al meglio] e - per i primi due e per l’ultimo episodio - dietro alla MdP*³ (con soluzioni di regìa per nulla scontate, ed anzi non poco inventive in molte occasioni) e vuoi per il world building venutosi a produrre in oramai quasi 6 anni di programmazione della serie partendo dal romanzo omonimo di Margareth Atwood del 1985 e attingendo poi anche, per alcune sfumature, dal recente “the Testaments” (romanzo che probabilmente diventerà una serie a sé stante: anche se la serie “tHm’sT” non è la trasposizione fedele del romanzo “tHm’sT” evito qui di menzionare di cosa parla “i Testamenti”-romanzo e di cosa eventualmente tratterà “i Testamenti”-serie per evitare spoiler sulle sorti dei protagonisti di “tHm’sT” romanzo & serie).

 

 

Note.


*¹ Non esiste una “regola” generale (per l’occasione farò riferimento alla Complex/Peak/Prestige TV della Terza Golden Age, non alla fottuta Buffy AmmazzaVampiri), ovviamente: arlecchina o monocromatica, la writer’s room (coordinata da un unico o al massimo, salvo rare eccezioni, da un paio di “sviluppatori”) deve primariamente produrre un risultato coeso e coerente (a prescindere dalla follia insita in un dato progetto), sia nel caso in cui (e sono la maggior parte) fosse formata da un puzzle di scrittori (David Benioff & D.B. Weiss; J.D. Payne & Patrick McKay; Ryan Condal), sia nel caso in cui la mente dietro al progetto fosse demiurgica (Mike White, Aaron Sorkin, Michaela Coel, Taylor Sheridan, Scott Frank) e sia nel caso in cui si trattasse di una via di mezzo fra le due precedenti tipologie, con però, sempre, una totalizzante impronta individuale (David Chase & Matthew Weiner & Terence Winter; David Simon & George Pelecanos & Ed Burns & Richard Price; Vince Gilligan & Peter Gould; Liz Flahive & Carly Mensch; Noah Hawley; Jenji Kohan).

 

*² the West Wing, Mad Men, Top of the Lake, Listen Up Philip, the One I Love, Queen of Earth, MeadowLand, Truth, High-Rise, the Free World, Chuck (aka the Bleeder), Mad to Be Normal, Tokyo Project, the Square, Top of the Lake: China Girl, the Seagull, the Old Man & the Gun, Her Smell, Light of My Life, Us, the Kitchen, Shirley, the Invisible Man, the French Dispatch, Shining Girls, Next Goal Wins, the Veils, She Will Rise, Francis and the GodFather.

*³ Le restanti regìe sono affidate a Dana Gonzales (Legion, Fargo), 3°-4°, Eva Vives (“All About Nina”), 5°-6°, Natalia Leite (“Bare”), 7°-8°, e allo stesso Bradley Withford (9°), che inoltre guida alla grandissima la compagine del cast principale composto da Ann Dowd (ad un certo punto, sul finire dell'ultima sua inq.ra nell'ultimo ep., congedandosi, compie un minimo gesto di mimica facciale da ovazione: telefonato e pre/già visto quanto si vuole, ché lo spettatore più smaliziato lo aspettava, ma quando arriva: sbam!), Max Minghella, Madeline Brewer, O-T Fagbenle, Samira Wiley, Sam Jaeger, Amanda Brugel e Mckenna Grace (e un cameo per Clea DuVall, mentre manca invece la sua compagna nella finzione Alexis Bledel).

 

 

Citazioni.

 

Joseph Lawrence a June Osborne:
“L’America [nell’accezione di “U.S.A.”; NdR] sta proprio morendo. È un’idea che è sopravvissuta alla propria utilità.”

Serena Joy Waterford (che in precedenza, da Moglie, aveva sfruttato June tenendola in cattività come Ancella in attesa di sottrarle la figlia nascitura) e Joseph Lawrence:
- Non ho intenzione di vivere nella stessa casa dei rapitori di mio figlio!
- Hai per caso una carenza [un calo, una deficienza; NdR] d’ironia?

 

Janine Lindo [venuta a sapere dalla rete sotterranea di informazione e resistenza della Martha (le serve: né Mogli né Ancelle) che la sua grande amica sui generis June è rimasta ferita a causa di un'aggressione/attentato terrorista/razzista da parte di un leghista di Fratelli del Canada]:

“My June?!”

 

 

Indice.

 

- Stag. 1 (10 ep., 2017): * * * * (¼)     
- Stag. 2 (13 ep., 2018): (* * * ¾) * * * *   
- Stag. 3 (13 ep., 2019): (* * * ¾) * * * * 

- Stag. 4 (10 ep., 2021): (* * * ¾) * * * *  

- Stag. 5 (10 ep., 2022): (* * * ¾) * * * *   

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati